Recensione: Principesse e Mononoke. Storie di fantasmi giapponesi, di Yakumo Koizumi

Titolo: Principesse e Mononoke. Storie di fantasmi giapponesi
Autore: 
Yakumo Koizumi
Editore: Kappalab
Pagine: 139 ill.
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo copertina: 15,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Principesse e Mononoke. Storie di fantasmi giapponesi non è soltanto una raccolta di storie fantastiche scaturite dal folklore nipponico, al contrario, è un vero e proprio compendio della cultura, dell’arte, delle credenze e della simbologia orientale. Diciassette sono i racconti attraverso cui Yakumo Koizumi ci narra di un Giappone lontano, antico, superstizioso e fatto di tradizioni, mistero e romanticismo. Personalmente, tra le diverse narrazioni ho apprezzato maggiormente Oshidori, che ci racconta le vicende di un cacciatore di nome Sonjo che, durante una delle sue escursioni, uccide il maschio di un’anatra mandarina. La femmina compare in sogno al protagonista per poi togliersi la vita
causa della solitudine. 

E ancora, la storia intitolata Ubazakura, in cui ci viene narrata la vicenda di una famiglia ricca, ma senza prole. Un giorno i coniugi si recano al tempio per pregare per avere un figlio. La divinità li ascolta e gli dona una bellissima bambina che però, al compimento dei sedici anni si ammala. La sua balia, mossa da amore materno, si reca allo stesso tempio dei genitori dove chiede alla divinità di morire al posto della fanciulla. La donna viene accontentata e in cambio della vita della giovine, dona la sua vita alla divinità e la promessa di piantare un albero di ciliegio. Il terzo racconto è intitolato Diplomazia e tratta la storia di un uomo in punto di morte che intrattiene un discorso strano con il samurai che deve decapitarlo. L’uomo maledice tutti e promette di ritornare sotto forma di fantasma per perseguitare tutte le persone presenti. Mujina, la vicenda di un uomo che incontra dapprima una donna bellissima che si rivela essere una strana creatura con due buchi neri al posto degli occhi; poi un venditore di soba che non ha volto. E ancora Jurokuzakura, la storia di un uomo che ama il suo albero di ciliegio al punto tale che quando la pianta diventa morente, l’uomo gli offre la sua vita per permettergli di rinvigorire. In Riki Baka si narra la storia di un ragazzo sempliciotto e infantile che negli anni, nonostante il suo corpo crescesse la sua mente restava ferma all’infanzia. Un giorno muore e la madre, in preda al dolore, si rivolge alle divinità affinché suo figlio possa rinascere e reincarnarsi in una famiglia più ricca. Il miracolo avviene, ma la nuova famiglia non riesce ad accettare che la loro prole sia la rinascita di un animo da sempliciotto. Ed infine Himawari, narrata in prima persona dallo scrittore, ci racconta di un evento della sua infanzia legato all’amico Robert. Un giorno mentre erano alla ricerca dei cerchi delle fate, di spiriti ed esseri sovrannaturali, alla porta di casa dell’amico si presenta un uomo strano, rassomigliante ad uno zingaro che, con voce dapprima melodiosa e poi graffiante, canta dei versi sull’amore.

Lo stile è semplice e il linguaggio diretto e ricco di termini giapponesi, spiegati nelle minuziose note. A mio avviso, la particolarità di questa raccolta risiede nel fatto che le storie in qualche modo rappresentano un incontro tra cultura occidentale e cultura orientale. Un incontro e una mescolanza dovuti anche alle origini e alla vita dell’autore, nato e cresciuto in occidente (e quindi ebbro di cultura nostrana), ma appassionato e sposato con una donna del Giappone. Le storie anche se diverse tra loro, sono accomunate dall’esoterismo, dallo spiritualismo, dalla forte credenza in una seconda vita, dalle seconde possibilità, dall’altruismo e dal sacrificio scaturito dall’amore puro.

In conclusione è una raccolta ben fatta che trasporta il lettore nel magico mondo orientale. Consigliato!

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