Recensione: Storie di Natale, la raccolta di racconti natalizi firmata Cento Autori

Titolo: Storie di Natale
Autore:
AA.VV.
Editore: Cento Autori
Pagine: 144
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo copertina: 8,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi 

Non esiste Natale senza le magiche storie da raccontare intorno al camino e riuniti con tutta la famiglia. E non esistono racconti più magici di quelli natalizi . Questo genere -diventato sin dall’Ottocento una categoria in cui sia scrittori stranieri che italiani si sono cimentati- è apprezzatissimo e senza età. Anche quest’anno Carmine Treanni ha curato per Cento Autori una raccolta di sei racconti di famosi autori italiani: da Luigi Capuana con Don Peppantonio, in cui ci narra uno spaccato di vita quotidiana siciliana durante le festività, e di un prete fuori dallo schema
che ama la buona tavola e il gioco, e di cui parte degli abitanti si fanno beffa; ad Emilio de Marchi con Storia di una gallina, in cui due anziani, Paolino e Brigida, affrontano per giorni
la questione della gallina da uccidere per il Natale. Questa era divenuta durante l’anno una loro compagna di intrattenimento e il loro animo li spingeva a trattarla come una di famiglia; a Grazia Deledda con Comincia a Nevicare, in cui ci racconta la storia di una piccola famiglia riunita intorno al camino, incantata ad ascoltare il racconto della nonna relativo ad una grandissima nevicata della sua infanzia che durò circa quattordici giorni, una quasi bufera
che spazzò via l’intero paese; e ancora Emilio de Marchi con Vecchi Giovinastri, la storia di un caffè locale, detto del Paolo, in cui si riuniscono vecchi amici burberi e oziosi, e un prete alquanto strambo che ama la bella vita, le donne e i ricordi della giovinezza; abbiamo poi Salvatore Di Giacomo con Notte della Befana, una storia triste di una bambina di nome Chiarinella che, malata e spesso dimenticata dalla sua famiglia, attende l’arrivo della befana; ed infine Giovanni Verga con Il carnevale fallo con ci vuoi; Pasqua e Natale falli con i tuoi, ci parla di un uomo timido e sempliciotto che viene tradito da sua moglie nei giorni delle festività. Diventa così lo zimbello del paesello per le scene paradossali che gli si parano davanti.


Questa nuova raccolta ha uno stile semplice, anche se il linguaggio non è uniforme ed è ricco di intercalari dialettali. I personaggi sono tutti dei contadini o comunque personalità del volgo che non hanno istruzione, e non conoscono nulla del mondo al di fuori della loro realtà. Il tema che li accomuna è quello delle festività natalizie e delle assurdità che si ritrovano a vivere in quei giorni. A differenza della raccolta del 2016, intitolata Racconti di Natale, qui gli autori scelti non tentano di far riscattare i deboli e i poveri e di dare un lieto fine alle loro sfortunate vite; al contrario cercano di insegnare al lettore che la brutalità della vita non conosce festività e gioie e che dunque bisogna godere dei più piccoli piaceri, quotidianamente. Consigliato! 

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