Teresa santa, puttana e sposa #capitolo2: in prima assoluta dal 14 al 17 dicembre 2017 al Teatro Studio Uno (Roma)

Comunicato stampa
Al Teatro Studio Uno di Roma debutta in prima assoluta il secondo capitolo della saga teatrale a puntate “Teresa, santa puttana e sposa” scritta da Marco Bilnzone e diretta dal regista Lorenzo Montanini, che porta in scena dal 14 al 17 dicembre 207 con lo spettacolo “La fanciulla che sgozzò il caporale con il coltello per tagliare la carne secca” la parte più oscura e drammatica dell’intera serie. In questo seconda puntata si racconta la terribile infanzia della protagonista, lasciando da parte i toni scherzosi e sognanti del primo capitolo in cui Teresa, già adulta e consapevole, debuttava al cabarè Madamadorè, nell’immaginaria città di Sant’Esolo dove si innamorava del marinaio Gennaro Corolla. Con un flashback cinematografico si torna indietro nel tempo per conoscere l’origine della storia, quando Teresa appena tredicenne viene venduta dagli zii alla

libidine del potente Caporale, divenendo adulta in un solo giorno, tra violenza, abusi e crudeltà. 

Un susseguirsi senza soluzione di continuità delle peggiori nefandezze in un universo di personaggi sempre negativi, dove anche l’unico raggio di sole che sembra apparire si rivela ben presto un’illusione. Così è l’inizio della vita di Teresa che in questo secondo allestimento, si cerca comunque di raccontare con ironia e leggerezza, mescolando commedia e tragedia, con elementi grotteschi e divertenti, tra movimento e parola. Il racconto è affidato quasi interamente alle voci e ai pettegolezzi di paese, come nel primo episodio tutto avviene per sentito dire, le notizie arrivano per bocca di qualcun altro come si confà alle leggende. Ciò non fa che amplificare il senso della tragedia, ponendo la domanda: che cosa è vero? In un momento storico in cui la realtà è una grande confusione di notizie vere e false, dove si sta perdendo progressivamente la capacità di discernimento, la tragedia oggi può tornare ad avere senso come bussola etica; la conseguenza della domanda che cosa è vero diviene così: chi ha ragione? La giustizia si afferma nel mondo? La verità trionfa? Quali sono i suoi limiti? Teresa sopravvive all’invivibile, all’oscurità in cui il pensiero si spegne, pensa l’impensabile e viene travolta da eventi che non sa giudicare né concepire; e alla fine si trova sola di fronte al destino che, come scriveva Borges, è l’istante in cui l’uomo sa (o scopre) per sempre chi è.

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