Recensione: Francesca, di Manuela Raffa

Titolo: Francesca
Autore: Manuela Raffa

Editore: Piemme
Pagine: 355
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo copertina: 18,50 €


Francesca è il titolo del romanzo storico d’esordio scritto da Manuela Raffa. La semplicità del titolo, a mio avviso rappresenta a pieno il mood dell’intero scritto, basato esclusivamente su vita, morte, miracoli e pensieri reconditi di Francesca da Polenta, una donna di grande bellezza e cultura, vittima di un matrimonio politico combinato e di un’epoca in cui le donne dovevano per forza essere delle creature mogie e sottomesse, pena la morte. L’autrice ci delinea un quadro completo della vita di una donna all’avanguardia, genuina, intelligente e acuta che, sin da
bambina, si dimostrò essere una appassionata di libri, piuttosto che di telai, aghi e fili. 

Francesca, figlia di Guido da Polenta, fu sempre amata e apprezzata da suo padre, uomo politico dell’epoca che consultava sua figlia per materie del tutto ignorate dalla società del gentil sesso di allora. Però, nonostante l’amore e la stima reciproca, Guido non potette fare a meno di coinvolgere Francesca in un matrimonio combinato e sicuramente infelice. Per salvaguardare le sorti della famiglia, fu data in sposa, a soli sedici anni, al condottiero rozzo e ignorante Gianciotto Malatesta, figlio di Malatesta da Verucchio, signore di Rimini. Il matrimonio non fu mai un’unione d’amore, al contrario Francesca, un animo libero e spensierato, si sentì oppressa e spenta fino a quando non incontrò suo cognato Paolo Malatesta, detto il Bello, un uomo nobile, bello e acculturato che incarnava tutti gli ideali dei cavalieri di cui tanto aveva letto. I due, come tutti sanno, si innamorarono e diedero vita ad una storia passionale e tragica allo stesso tempo. E proprio a tal proposito, se da un lato l’autrice ci narra dell’esplosione sentimentale tra i due giovani amanti, la paura di essere scoperti, l’agonia per la separazione forzata e il dolore per la morte; dall’altro, dà spazio anche ai sentimenti negativi di Gianciotto, un uomo divorato dalla gelosia, dalla possessione, dal tradimento e da un amore malato non ricambiato.

Con uno stile fresco e diretto ed un linguaggio semplice e per nulla artificioso e pomposo, Manuela Raffa ricostruisce la storia di una donna coraggiosa e del suo cuore indomito, a cui Dante Alighieri dedicò il Canto V dell’Inferno, relegando lei e Paolo nel girone dei lussuriosi. Non mancano altre rappresentazioni nella cultura artistica e letteraria, come il dipinto dedicato alla coppia degli amanti sfortunati del pittore tedesco Anselm Feuerbach, presente tra le altre cose sulla copertina del romanzo. La cosa che ho amato in particolar modo è stata la minuziosità nel descrivere la personalità di Francesca, rendendo giustizia alla sua mente e alle sue inclinazioni e scardinando in qualche modo lo stereotipo di eroina tragica, affibbiatole dalla collettività. Un romanzo che mi sento di consigliare a tutti, sia agli appassionati della narrativa storica, sia a chi ha voglia di conoscere da vicino questa straordinaria figura.

L'AUTRICE
Manuela Raffa è nata a Milano nel 1979, dove vive. Si è laureata in scienze dell'educazione e al momento lavora presso la redazione di una società che si occupa dei test di ammissione alle università. Dalla sua passione per il fantasy è scaturita la saga Il Mondo senza Nome (Runde Taarn edizioni). Francesca segna il suo esordio nella narrativa storica.

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