La recensione di "Carve the mark - I predestinati", il nuovo attesissimo romanzo di Veronica Roth

Titolo: Carve the mark. I predestinati
Autore: Veronica Roth
Editore: Mondadori
Pagine: 427
Anno di pubblicazione: 2017

Prezzo copertina: 15,90 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

A Thuvhe non è accettato l’egoismo. A Shotet non è ammessa la debolezza. In entrambe, non è tollerato il perdono. Nel nuovo mondo creato da Veronica Roth, non c’è spazio per la serenità e di sicuro non è un posto per i deboli di cuore. Sul pianeta di Thuvhe, le stirpi dei thuvhesiti e degli shotet -stabilite nelle due omonime e rivali capitali- da generazioni si scontrano e annientano reciprocamente. Mentre i primi sono i signori dei fiori del ghiaccio (potenti piante per creare antidoti e veleni) e compatrioti dell’oracolo; i secondi, sono soldati addestrati fin da piccoli ad odiare e a combattere gli
avversari. Tutti gli abitanti di questa nuova galassia sviluppano sin da bambini il donocorrente (un’abilità specifica non sempre benevola), ma solo i membri delle famiglie più acclamate conoscono i Fati, ovvero il proprio destino.

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Tutto comincia quando i Fati dei figli dell’oracolo, Akos e Eijeh, vengono rivelati al mondo intero, compresi i Noavek, famiglia regnante di Shotet. Qui il brutale tiranno Ryzek, debole e spietato, incute terrore su tutti servendosi della sorella Cyra, il cui donocorrente è quello di infliggere un dolore mortale al solo tocco. La storia delle due famiglie si intreccia quando Ryzek, conscio del proprio Fato (che prevede la sua dipartita per le mani dei thuvhesiti), fa rapire Akos -predestinato a cadere al servizio della famiglia Noavek- e Eijeh -oracolo in ascesa. Tutto pur di cambiare il suo Fato ed anticipare le mosse previste dal suo destino. Tra i due fratelli però, Akos è quello che spinto da un forte senso del dovere e da uno spirito di sopravvivenza senza eguali, riesce a ribaltare la situazione: il suo donocorrente (capace di bloccare quelli altrui e renderli nulli) viene utilizzato da Cyra per trovare sollievo dal continuo dolore che continua a strisciarle sotto la pelle, e proprio grazie a questa vicinanza si instaura tra i due un profondo legame che li porterà a formare una coalizione per liberarsi di Ryzek, coadiuvati anche da un gruppo di ribelli desiderosi di ribaltare quel governo tinto di rosso. Gli esuli, capitanati dai due protagonisti, si ritroveranno così ad affrontare una miriade di prove, macchinazioni subdole e torture pur di liberare Eijeh dalle grinfie del perfido sovrano e donare a Shotet un po’ di pace.

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Veronica Roth ritorna in tutto il suo splendore e la sua creatività. Dopo la saga di Divergent, un bestseller internazionale che ha appassionato milioni di lettori, l’attesa e le aspettative erano molteplici e sono state tutte ampiamente soddisfatte. Con un linguaggio ricco ed uno stile accattivante, l'autrice ci trasporta in un universo completamente inventato e complesso: nove pianeti ruotano intorno al Sole e ognuno presenta caratteristiche, culture e usanze diverse dalle altre. Il pianeta principale, Thuvhe, viene conteso tra due popoli che sono completamente all’antitesi e sono animati da un odio radicato attraverso diverse generazioni, nonché da pregiudizi che offuscano la ragione. In questo spaccato di realtà, si inseriscono dei personaggi assolutamente perfetti nelle loro imperfezioni: Cyra Noavek, una donna forgiata dal dolore che, nonostante tutto, riesce a sopravvivere, a combattere, a battersi per dei veri e propri ideali e a non arrendersi mai difronte alle ostilità; viene torturata, derisa, isolata, imprigionata, screditata e ripudiata, ma non si abbandona a se stessa e non cede alla prepotenza degli oppressori. E la sua controparte maschile, Akos Kereseth, un giovane che con le unghie e con i denti lotta per conquistarsi rispetto e credibilità all’interno di una società nemica, senza mai dimenticare le origini e la sua missione primaria di liberare il fratello maggiore.

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Personalmente, sono rimasta affascinata dal nuovo capolavoro della Roth, sia per il minuzioso particolarismo di cui sono impregnati gli scenari, gli oggetti, le città, le armi, le abitazioni, e persino il vestiario e il modo di parlare; sia per i due protagonisti che mi hanno rapita e sconvolta. Mentre in Cyra sopravvivono tutti quegli ideali femministi e quella forza che crea le fondamenta su cui poggiano le società odierne; in Akos ritroviamo la bontà d’animo, l’altruismo e la ragione, e tutte quelle passioni che ci rendono umani e compassionevoli. "Incidi un marchio sul braccio e sopravvivi per commemorare e ricordare i morti" è la filosofia che meglio li descrive e racchiude i loro valori. Ovviamente, il libro affronta anche tematiche importanti come il superamento dei pregiudizi dettati dalla paura o la voglia di ribellarsi alle ingiustizie, ed evoca valori universali come la resistenza, il coraggio e l'unione.

Cyra e Akos
A mio avviso è un romanzo che supera di gran lunga la trilogia precedente e va a scolpirsi nel cuore del lettore. Non vedo l’ora di leggere il secondo volume!

“La morte è una benedizione in confronto al dolore che ho provocato. Per cui commemoro le sofferenze che ho inflitto, non le morti. Ogni marchio è una persona a cui ho fatto male[…]”


L'AUTRICE
Veronica Roth è l'autrice bestseller di Divergent, Insurgent, Allegiant e Four. Vive con il marito a Chicago. 

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