Recensione: If I should die, il terzo e ultimo volume della trilogia di Amy Plum

Titolo: If I should die
Autore: Amy Plum
Editore: De Agostini
Pagine: 494
Anno di pubblicazione: 2016

Prezzo copertina: 14,90 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Da quando sono morti i genitori in un incidente, Kate e sua sorella Georgia si sono trasferite a Parigi dai nonni, dove nemmeno la sfavillante città artistica è riuscita a distogliere i loro pensieri dal tragico evento. Ma proprio quando tutto sembra aver perso spessore e colore, nella vita di Kate compare Vincent, un ragazzo apparentemente normale che si scopre poi essere un revenant, una delle creature arcane e soprannaturali che sacrificano le loro vite per salvare quelle degli esseri umani. Questi
revanant, però, sono una vera e propria comunità e si contrappongono ai numa, i loro alter ego malvagi.

In questo terzo ed ultimo volume della trilogia dedicata a queste creature, Amy Plum riprende la storia nel punto esatto in cui si era concluso il secondo romanzo: Vincent, ritenuto il Campione a causa di un’antica profezia ed il più forte della sua specie, viene rapito da Charlotte, un’antica ed ex revanant che, a causa della sua sfrenata ossessione per il potere, si allea con i numa di Parigi. Quest’ultima, in preda ad un atto di follia e convinta di poter ottenere i poteri del revanant più forte del mondo, brucia il corpo del Campione lasciandolo in forma eterea e legando la sua anima alla propria. Kate, dal canto suo, comincia ad impazzire e a cercare diverse soluzioni in archivi antichi, pur di ridonare un corpo materiale al suo amato e salvarlo dalla spietatezza e dalla ferocia di Charlotte. E proprio grazie all’aiuto dei nonni e della famiglia di Vincent, la protagonista riesce a portare a termine il compito. Ma il destino e i numa di Parigi scatenano la loro ira e con una trappola catturano Kate che, in un atto di amore ed eroismo, si trasforma in revanant, divenendo di fatto il Campione reale. Scoppia così una sanguinosa e distruttiva guerra tra le due fazioni antiche, in cui molti perderanno la vita, altri riscopriranno i legami dell’amicizia, e altri ancora cominceranno una nuova e altruistica esistenza. Chi vincerà tra le due antiche comunità?

Amy Plum ritorna tra gli scaffali con il capitolo conclusivo di una trilogia che ha appassionato i lettori di tutto il mondo. Con maestria ed uno stile diretto ed elegante, ha fatto da chaperon per i suoi lettori attraverso una Parigi moderna, caratterizzata da arte, cultura e raffinatezza. Senza mai annoiare, con minuziosa attenzione descrive vicoletti antichi, caffè locali, musei colmi di capolavori, quartieri poco conosciuti, ruderi e tanto altro. I personaggi, in questo ultimo volume, subiscono un vera e propria trasformazione: si evolvono, scendono a patti con le loro coscienze, accettano e convivono con le nature altrui, dimostrano una forza d’animo impressionante e una lucidità mentale risoluta.

Personalmente, ho apprezzato la trilogia -e questo volume in particolare- per il desiderio dell’autrice di donare alla città di Parigi lo splendore e la magnificenza scalfita negli ultimi anni; per la cultura folkloristica e la mitologia che permea l’intero scritto; per i protagonisti principali che non sono né eroi né eroine, bensì degli esseri umani che, grazie all’altruismo e alla filantropia, in questo spaccato di realtà vengono ricompensati con la vita eterna. Una conclusione non scontata ed epica, degna dell’intera trilogia.

L'AUTRICE
Amy Plum è cresciuta a Birmingham, Alabama, e ha vissuto prima a Chicago, poi a Parigi, a Londra, a New York e nella Valle della Loira. Ora, stufa di viaggiare, si è finalmente stabilita a Parigi insieme alla sua famiglia. Die For Me e Until I Die sono i primi due romanzi di una straordinaria trilogia paranormal. 

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