Recensione: Giù nella miniera, di Igor De Amicis e Paola Luciani

Titolo: Giù nella miniera
Autore: Igor De Amicis, Paola Luciani
Editore: Einaudi Ragazzi
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo copertina: 11,00 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

L'8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, a causa di un incendio morivano 262 minatori, di cui ben 136 italiani. A sessant'anni da questo tragico incidente, Igor De Amicis e Paola Luciani fanno rivivere ai lettori quella drammatica vicenda attraverso la storia -inventata- di un gruppo di ragazzi, belgi e italiani, che un po' per gioco, un po' per imprudenza finiscono per prendere parte in prima persona ad una tragedia che cambierà per sempre le loro vite. Tutto ha inizio quando Fulvio, un ragazzino abruzzese e la mamma decidono di lasciare il paesino per raggiungere il padre che lavora come minatore in Belgio.

Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani
Il ragazzo pensa che lì potrà condurre una vita "da signori", ma ben presto la verità si spalanca ai suoi occhi: il lavoro nelle miniere è duro, il paesaggio di Marcinelle è tutto nero, la casa non è quella dei sogni e la convivenza tra italiani e belgi tutt'altro che facile. L'unica consolazione per Fulvio è quella di entrare a far parte di una banda di monelli, Les italiens, composta da figli di immigrati come lui, sempre in lotta contro un gruppo di ragazzi belgi capitanati dalla bionda e determinata Paulette, figlia di un minatore alcolizzato che odia gli italiani. Tra avventure, scherzi e giochi più o meno pericolosi, mangiaspaghetti e mangiapatate si contendono il territorio di Marcinelle fino a quando, dopo la casuale scoperta di una moneta d'oro, Fulvio e Paulette decidono di lanciarsi nella sfida più grande: recuperare un misterioso tesoro nelle viscere della miniera. Così l'8 agosto 1956...

Giù nella miniera non è semplicemente un romanzo per ragazzi. Se la sfida tra bande è ispirata ai grandi classici del genere (da I ragazzi della via Pal a La guerra dei bottoni), la descrizione della vita dei minatori e delle loro famiglie rappresenta un resoconto storico importante sul nostro passato da emigranti - di cui troppo spesso finiamo per dimenticarci. In tal senso, il libro scritto a quattro mani da De Amicis e Luciani può essere considerato di strettissima attualità nel raccontare il clima di ostilità e diffidenza, a volte di vero e proprio razzismo nei confronti dello straniero.  

Sullo sfondo la tragedia di Marcinelle che gli autori raccontano con grande realismo e dovizia di particolari, riuscendo a trasmettere al lettore il dramma e la paura di chi si è ritrovato coinvolto - a mille metri di profondità - in un inferno di fuoco e monossido di carbonio. Una storia di avventura, amicizia e amore tra ragazzi, ma anche il racconto di sogni, speranze, sacrifici, sudore e dignità calpestate; fotogrammi di un'epopea migratoria che ci ha visti coinvolti e di cui, alla luce di quello che accade oggi nel Mediterraneo, non possiamo fare a meno di pensare.

GLI AUTORI
Igor De Amicis e Paola Luciani sono una coppia nella vita e nella scrittura. Vivono su una collina attorniati dal verde. Lui, commissario di Polizia Penitenziaria, legge e scrive solo di gialli e misteri. Lei, maestra nelle scuole primarie, legge e scrive solo per l’infanzia. Hanno deciso di incontrarsi a metà strada. Si occupano di letteratura per ragazzi con la loro rubrica NarraMondo sul portale Thrillermagazine. 

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