Recensione: LA RAGAZZA CON LA BICICLETTA ROSSA di Monica Hesse

Titolo: La ragazza con la bicicletta rossa
Autore: Monica Hesse
 
Editore: Piemme
Pagine: 298
Anno di pubblicazione: 2016

Prezzo copertina: 17,50 €


Amsterdam, 1943. La città è occupata dai tedeschi e Hanneke, per sopravvivere e sfamare la sua famiglia, lavora al mercato nero, dove si occupa di scovare beni introvabili e consegnarli - con la sua vecchia bicicletta rossa - ai pochi facoltosi che possono permetterseli. Un giorno, però, la signora Janssen le chiede di trovare qualcosa di diverso: una ragazzina ebrea, Mirjam, misteriosamente scomparsa dal rifugio segreto in casa sua. Hanneke, dopo aver perso il suo amato Bas, ha capito che in guerra non esistono eroi e che l'unico obiettivo è quello di sopravvivere, eppure in cuor suo sente di dover
aiutare quella ragazza. Sfidando tutti i pericoli, Hanneke inizia a cercarla e, dopo essersi recata alla scuola ebraica, attira l'attenzione di Ollie, il fratello maggiore di Bas. Quest'ultimo fa parte di un'organizzazione studentesca vicina alla Resistenza, che si occupa proprio di aiutare gli ebrei. Riuscirà Hanneke a salvare Mirjam dalla deportazione?

Hollandsche Schouwburg (Amsterdam)
La ragazza con la bicicletta rossa è un romanzo d'esordio molto interessante che offre uno sguardo inedito sulla deportazione degli ebrei olandesi. Monica Hesse pone il lettore difronte alle brutalità della guerra attraverso la vita di una giovane ragazza disillusa che già ha pagato a caro prezzo la sua ingenuità, e che ora è costretta a convivere con i sensi di colpa. Ecco, dunque, che la ricerca diventa occasione di riscatto; l'opportunità per perdonare sé stessi e sentirsi ancora umani, nonostante la guerra, le violenze, le persecuzioni e l'individualismo forzato. Prendendo spunto dalla storia del Gruppo Studentesco di Amsterdam, organizzazione universitaria specializzata nel salvataggio di bambini ebrei, l'autrice costruisce una storia credibile che da una parte racconta le vicende di tanti ebrei olandesi, prima radunati nell'Hollandsche Schouwburg (il teatro degli orrori) e poi spediti nei campi di concentramento; dall'altra l'eroismo di giovani ragazzi che rischiarono la loro vita per salvare centinaia di bambini da morte certa.

Amsterdam (1943)
Una storia di coraggio, amicizia, riscatto e solidarietà, ma anche dolore, perdita, tradimenti, odio e gelosia, come si scopre nell'imprevedibile epilogo. Un libro emozionante che coinvolge il lettore e induce a riflettere sulla natura umana, al di là della tragedia della Shoah - di cui vale sempre la pena scoprire nuove storie. 

"Ecco perché non ho mai parlato con Ollie in questi due anni. Ecco perché sogno Bas che torna da me, furioso perché non ho letto la sua lettera. Ecco come ho imparato che essere coraggiosi a volte è la cosa più pericolosa e che il coraggio va usato con parsimonia. Ed ecco perché, se voglio essere onesta con me stessa, sono ossessionata all'idea di ritrovare Mirjam. Perché sembra una cosa buona e giusta: salvare una vita dopo averne distrutta un'altra."

L'AUTRICE
Monica Hesse è americana e questo è il suo primo romanzo, in corso di pubblicazione in tutti i principali paesi; in Olanda, dove l’autrice ha ambientato la storia, è uscito in anteprima mondiale. Monica scrive anche per il Washington Post, occupandosi di quasi tutto – dai matrimoni reali alle campagne politiche alla cerimonia degli Oscar. È originaria dell’Illinois, ma vive a Washington, DC. 

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