Recensione: LA CASA SUL FIUME DEL VENTO di Domenico Rizzi

Titolo: La casa sul fiume del vento
Autore: Domenico Rizzi
Editore: Parallelo45
Pagine: 307
Anno di pubblicazione: 2015 

Prezzo copertina: 12,00 €


Recensione a cura di Greta Sala
 
La casa sul fiume del vento è il classico racconto western. Ci parla infatti di terre selvagge e incontaminate; delle vicende che si svolgono sullo sfondo della guerra si secessione; di cowboys e galeotti; di tribù di indiani e damigelle, non sempre in difficoltà. Domenico Rizzi ci porta nel west americano e ci fa rivivere quell’epoca attraverso sette racconti che si svolgono tra il 1853 e il 1929. In ognuno di questi racconti troviamo personaggi unici, che davvero rimangono impressi nella mente del lettore. I racconti non sono legati gli uni agli altri e puntano i riflettori su personaggi che non siamo mai stati abituati a vedere come protagonisti.

Nel primo, da cui prende il titolo l'intera raccolta, le protagoniste sono le tre figlie di Anson Moore, un dispotico padre di famiglia che le costringe a vivere in una sperduta fattoria in una vallata dell’Idaho, pericolosa anche per la presenza degli indiani Shoshone. Al loro fianco il temerario Isac Ellis, già protagonista di un altro libro di Rizzi, “Pianure lontane”. Conosciamo poi Rachel, una schiava africana in una piantagione del Mississipi che, a seguito della morte del suo padrone, si troverà a dover fuggire e sulla sua strada incontrerà il caporale Virgil Peyton Selman, di ritorno a casa dopo aver combattuto la guerra di secessione. Ci spostiamo poi a Clear Creek, una cittadina ormai deserta perché i suoi abitanti si sono messi in viaggio verso la California alla ricerca dell’oro, e qui rimangono solo Abel e Maribel.

Conosciamo Linda, la protagonista del quarto racconto, la quale ha alle spalle una vita dura e piena di disavventure che la porteranno però a essere una donna forte e destinata a essere conosciuta. A Red Canyon incontriamo lo sceriffo Clay Maxwell con i suoi problemi di alcolismo, che subirà la vendetta di un fratello vendicativo la cui sorella è morta in uno scontro a fuoco all’interno del saloon del paese. Nel penultimo racconto incontriamo Keith Farrell, un galeotto che riesce a scappare e che ha come unico fine quello di riprendersi ciò che anni prima gli era stato tolto con l’inganno. Infine seguiamo Martin mentre viene rapito dalla fuorilegge Carrie e dal suo complice indiano Ganado Kid in seguito a una rapina finita male.

Tante storie e tanti personaggi, quindi, che ci danno un assaggio di quello che poteva essere vivere a quei tempi. Dimenticatevi gli eroi alla John Wayne, uomini tutti d’un pezzo ma dal cuore d’oro, qui potete trovare tutte quelle persone che sono sempre state sullo sfondo delle vicende più note e che hanno contribuito a rendere quei tempi e quei luoghi migliori, o anche peggiori. A mio parere i personaggi più riusciti sono stati quelli di Keith Farrell e Julia Hopkins, del racconto “La figlia di Hopkins”, perché mi piacciono le storie di rivincita personale e dove alcuni rapporti nascono senza per forza finire in banali storie d’amore. E questa è un’altra cosa che mi è piaciuta di questo libro: i finali dei racconti non sono mai scontati.

E’ una raccolta quindi che consiglio a chi per un po' si vuole immergere in quelle terre e in quegli anni che sembrano già così lontani nel tempo, e che erano ancora pieni di libertà e di speranza per il futuro.

L'AUTORE
Domenico Rizzi è da molti anni uno storico del West americano, argomento al quale ha dedicato la maggior parte del suo impegno, pur essendo autore anche di opere di narrativa. Fra le sue pubblicazioni storiche di maggior rilievo, si ricordano, in ordine cronologico: “Tremila cavalieri indiani”, “Il giorno di Custer”, “Le schiave della Frontiera”, “Monahseetah e il generale Custer”, “Sentieri di polvere”, “Le guerre indiane della Vecchia Frontiera”, “Le guerre indiane nelle Grandi Pianure”, “I cavalieri del West”, “O.K. Corral 1881”, “Frontiere del West”, “Viaggio nel Wild West”, “Fort Kearny 1866-68”. In campo letterario l’autore ha pubblicato una trilogia composta da tre romanzi a sfondo storico (“Le streghe di Dunfield”, “I peccati di Dunfield”, “I segreti di Dunfield”) l’antologia di racconti “Pianure lontane” e i due romanzi, di diverso genere, “La montagna di fango” e “SLASH. Grazie per questo amore”. Di particolare evidenza “Le schiave della Frontiera”, vincitore del Premio L’Autore a Firenze nel 2001 e “I cavalieri del West”, realizzato insieme al giornalista televisivo Andrea Bosco. Rizzi è da anni un attivo collaboratore del portale www.farwest.it ed ha pubblicato molte recensioni cinematografiche su Mymovies.

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