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Recensione: LA RAGAZZA DEL TRENO di Paula Hawkins

Titolo: La ragazza del treno
Autore: Paula Hawkins
Editore: Piemme
Pagine: 378
Anno di pubblicazione: 2015 

Prezzo copertina: 19,50


Recensione a cura di Eleonora Cocola

Ogni giorno Rachel prende il treno delle 8.04 che la porta dalla periferia di Londra al centro della città. La cosa singolare è che lei non ha un lavoro a cui recarsi quotidianamente: il suo impiego lo ha perso, come del resto ha perso il suo matrimonio, i suoi amici, la sua vita. Non ha più nulla Rachel, e tutto a causa dell’alcolismo, che, dopo averla allontanata definitivamente dall’ormai ex marito Tom, ha intossicato la sua vita fino a distruggerla.

C’è un che di autolesionista nel tragitto che la donna percorre ogni giorno in treno, e soprattutto nel suo ostinarsi ad osservare la villetta in cui per anni ha vissuto felicemente con suo marito; ora in quella casa, al suo posto, ci abita Anna, la donna che era stata l’amante di Tom e che ora è diventata sua moglie. Poco più avanti abita un’altra coppia: Megan e Scott sono giovani, belli e sembrano così felici che Rachel si diletta a osservarli mentre bevono il caffè sulla veranda, immaginando la loro vita perfetta. Finché un giorno vede qualcosa di sbagliato, e si scatena una serie di eventi terribili da cui Rachel imparerà che la vita perfetta non esiste, e che niente è come sembra.

Acclamato come il giallo per eccellenza del 2015, Paula Hawkins con La ragazza del treno ha travolto il mercato editoriale regalandoci un thriller mozzafiato, capace di tenere il lettore con gli occhi incollati alla pagine per ore. La trama è di sicuro molto avvincente, costruita sapientemente e narrata in maniera incalzante, con capitoli brevi in cui si alternano i punti di vista di Rachel, Anna e Megan, le tre donne al centro della vicenda. Peccato che questa alternanza non si senta minimamente a livello stilistico, tanto che a metà di un capitolo è facile dimenticarsi chi sta parlando: non c’è differenza tra le voci delle tre donne, quindi non si percepisce alcuna caratterizzazione dei personaggi. Benché le vicende siano narrate sempre in prima persona, il tono risulta piatto e poco personale, svelto e asciutto - la provenienza giornalistica dell’autrice non manca di farsi sentire. A salvare il tutto è la costruzione della trama, che a poco a poco svela i misteri mantenendo alto il livello di suspence quasi fino alla fine; quasi, perché da un certo punto in poi il finale diventa tutto sommato prevedibile.

È abbastanza difficile entrare in empatia con le protagoniste, un po' perché, pur essendo persone con grosse problematiche interiori, non risultano molto umane né particolarmente interessanti, un po' per la negatività che le caratterizza: sono donne deboli, paranoiche, disoccupate, frustrate, e, soprattutto, incapaci di riscattarsi; ne traspare una visione talmente penalizzante del genere che a tratti da persino fastidio. Per non parlare poi del ritratto del genere maschile, formato da individui sempre ambigui, spesso violenti, talvolta sadici. Tutto questo pregiudica la resa finale del libro, che pur essendo piacevole e intrigante, è tutt’altro che eccezionale, perché non lascia nulla: La ragazza del treno è un romanzo che si legge in fretta, ma altrettanto in fretta lo si dimentica

L'AUTRICE
Paula Hawkins ha lavorato quindici anni come giornalista prima di dedicarsi alla scrittura. La ragazza del treno è il suo primo thriller. Venduto agli editori di tutto il mondo prima ancora dell’uscita, è stato opzionato da Dreamworks.

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