LA STELLA DEL VESPRO di Colette in libreria dal 25 marzo

Titolo: La stella del vespro
Autore:
Colette
Editore: Del Vecchio
Pagine: 190
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 15,00 €


Un’inedita e struggente Colette si racconta ne La stella del
 vespro, pubblicato per la prima volta nel 1946, lungo frammenti scritti con la cura e la sofisticatezza a cui ormai ha abituato i
suoi lettori e di cui è diventata maestra: gli avvenimenti e le osservazioni della vita quotidiana: i capricci di primavera; i viavai del compagno Maurice Goderek; le visite che riceve – tra cui Truman Capote – le audizioni per la riduzione teatrale de La Seconde; l’impegno a raccogliere tutte le sue opere per il progetto Œuvre complete per l’editore Le Fleuron; l’Académie Française. Ormai immobilizzata dalla vecchiaia, dal peso e dall’artrosi, osserva il cielo, il succedersi al giorno della luna o del vespro nel quadrato ritagliato dalle finestre del suo grande appartamento
a Palais–Royal.
Leggiamo una Colette malinconica e meditativa, chiusa nel suo appartamento, in cui riceve, mangia, scrive e legge: evoca i ricordi dai tempi della guerra, medita sulla sua condizione di invalidità e i suoi nuovi rapporti con il mondo da scrittrice “nota e riconosciuta” e, amabilmente, conversa con le sue care presenze, con gli esseri da lei sempre amati – appassionatamente o teneramente – come la madre Sido; la figlia di cui evoca il ricordo della nascita nel 1913; Missy (la contessa Mathilde de Morny); l’ex marito Henry de Jouvenel; Polaire; il migliore amico nonché terzo e ultimo marito Maurice Goderek; il giovane reporter che viene ad intervistarla; la prostituta Renée che le appare nel giardino innevato della sua casa, un giardino dalla cui descrizione si distingue a fatica da quello di Saint–Sauveur. 

Colette è stata una delle grandi protagoniste della sua epoca, un mito nazionale. Tra le sue opere ricordiamo la fortunata serie di Claudine, La Vagabonda (1911), Chéri (1920), La fine di Chéri (1926), La gatta (1933), Julie de Carneilhan (1941), Il puro e l’impuro (1941), Il kepì (1943), Gigi (1944) e Prigioni e paradisi (1949). Venne insignita delle più importanti onorificenze: membro dell’Académie Goncourt, nonché Grand’Ufficiale della Legion d’Onore, membro onorario del National Institute of Arts and Letters. Fu la prima donna nella storia della Repubblica Francese a ricevere funerali di Stato.

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