Recensione: CIO' CHE INFERNO NON E' di Alessandro D'Avenia

Titolo: Ciò che inferno non è
Autore: Alessandro D'Avenia
Editore: Mondadori
Pagine: 324
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 19,00 €
  

 

Estate 1993. Federico ha diciassette anni, vive a Palermo e ama le parole. Il suo sogno è quello di diventare un poeta, come il suo ispiratore Petrarca, anche se per ora trascorre le giornate a bighellonare per la città senza comprendere a pieno il senso della sua esistenza. Prima di partire per la vacanza studio in Inghilterra, tanto voluta dai genitori benestanti, Federico incontra il prof di religione, Don Pino Puglisi, che lo invita a dargli una mano con i bambini di Brancaccio, un quartiere povero di Palermo controllato dalla mafia. Federico, all'inizio titubante, decide di accettare l'invito di 3P, senza rendersi conto delle possibili conseguenze.

Brancaccio si presenta come l'inferno, e non si può pensare di attraversare l'inferno senza pagare dazio; Federico infatti viene picchiato da un bambino ed è costretto a tornare a casa senza la bici, rubata. Eppure proprio all'inferno il ragazzo si sente per la prima volta vivo e, soprattutto, trova una missione a cui dedicarsi, anche per conquistare il cuore della bella Lucia, nata e cresciuta a Brancaccio, che con grande coraggio non vuole scappare o rinunciare a combattere. Così mentre Don Pino finisce sempre più nel mirino della mafia per le sue parole e l'attenzione dei media, Federico scopre che anche all'inferno è possibile costruire un piccolo angolo di paradiso...

Don Pino Puglisi
"Se nasci all'inferno hai bisogno di vedere almeno un frammento di ciò che inferno non è per concepire che esista altro. Per questo bisogna cominciare dai bambini, bisogna prenderli prima che la strada se li mangi, prima che gli si formi la crosta intorno al cuore. Ecco perchè sono necessari un asilo e una scuola media. Non ci vuole la forza, ci vogliono la testa e il cuore. E le braccia. Non hai idea di cosa si può fare con queste tre cose". Bastano queste poche parole per riassumere il pensiero di Padre Pino Puglisi, primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia, che dedicò tre anni della sua vita ai bambini di Brancaccio, promuovendo attività e giochi per allontanarli dalla strada, terreno particolarmente fertile per i mafiosi, e contestualmente battendosi per garantire loro un'istruzione, da cui l'impegno per la costruzione di una scuola nel quartiere.

Palermo
Prendendo spunto dalla vita di questo personaggio straordinario, Alessandro D'Avenia costruisce un romanzo intenso ed emozionante. Da una parte la battaglia di Don Pino, dall'altra la storia di Federico nel momento di passaggio tra l'adolescenza e l'età adulta; il primo amore, le prime scelte, la paura, il coraggio e l'assunzione di responsabilità, fondamentale per potersi definire un uomo. In mezzo Palermo, con la sua immensa bellezza e le sue grandi contraddizioni: "Tutto porto per chi arriva. Tutto spasimo per chi resta. Città costruita sul paradosso, città in cui si è sempre in arrivo e in attesa".

Lo Spasimo di Sicilia - Raffaello Sanzio
D'Avenia utilizza uno stile ricercato passando continuamente dalla prima alla terza persona e viceversa. Il testo è ricco di metafore e spunti poetici, che in qualche modo rappresentano l'anima del protagonista, sorta di alter ego dell'autore stesso. D'Avenia, dunque, si diverte a giocare con le parole e la lettura risulta raffinata e scorrevole. I protagonisti della storia piano piano ti entrano dentro e finiscono per toccarti il cuore: Don Pino con il suo straordinario esempio di amore e carità cristiana; Federico con le parole e il cuore buono; Lucia per il coraggio e la determinazione nel voler cambiare le cose; i piccoli Francesco, Totò, Riccardo e la bambina con la bambola, per la meraviglia e l'ingenuità, assolutamente inconciliabili con l'inferno; Maria, Dario e Serena per la capacità di sopportare sofferenze ed umiliazioni. Storie diverse che si intrecciano per le vie di Brancaccio, anima nera di una città dai mille volti, in perenne equilibrio tra l'inferno e il paradiso.

Chiesa di Santa Maria dello Spasimo (Palermo)
Racconto di formazione e allo stesso tempo romanzo sociale, Ciò che inferno non è induce il lettore a riflettere sull'importanza di compiere piccoli gesti, fondamentali per dare avvio a grandi cambiamenti, ma anche combattere l'indifferenza e il pregiudizio attraverso la volontà, la conoscenza e la capacità di sognare. Senza dimenticare l'amore, unico mezzo per arrivare a toccare il cuore delle persone. 

"Togli l'amore e avrai l'inferno" mi dicevi, Don Pino. "Metti l'amore e avrai ciò che inferno non è."

Romanzo indimenticabile, assolutamente da non perdere! Consigliato a tutti e particolarmente indicato per il periodo natalizio.

L'AUTORE
Alessandro D'Avenia, (Palermo 1977), laureato e dottorato in Lettere classiche, insegna Lettere al liceo ed è sceneggiatore. Il suo romanzo d'esordio, Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori 2010) è uno straordinario caso editoriale, un libro di culto per una generazione. D'Avenia stesso ne ha tratto la sceneggiatura per la versione cinematografica. I suoi romanzi sono tradotti in più di venti Paesi in tutto il mondo.

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