Pietroburgo; L'amore in un clima freddo e altre novità Adelphi in libreria da settembre

Titolo: L'Orchessa e altri racconti
Autore:
Irène Némirovsky
Editore: Adelphi
Pagine: 260
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 18,00 €
 


I suoi lettori ormai lo sanno: oltre che una meravigliosa romanziera, Irène Némirov­sky è stata una eccellente autrice di racconti. Ne scrisse per tutta la vita, fino ai mesi che precedettero l’arresto (quando era costretta a firmarli con uno pseudonimo e a farli pagare alla balia delle sue figlie). D’al­tron­de, fra i suoi modelli letterari c’erano Ñechov, Maupassant e la Mansfield, dei qua­­li Irène amava l’asciuttezza, il cinismo venato di pietà, l’abilità nel delineare in poche pagine un intero mondo.
Qualità che ritroviamo nei racconti riuniti in questo volume – nove narrazioni folgoranti dove la Némirovsky ripercorre ancora una volta i temi che le sono cari: il destino di rassegnazione e di attesa che segna la vita di molte donne, la solitudine astiosa in cui invecchiano molte altre, gli oltraggi che il tempo infligge alla bellezza, la nostalgia del passato, il rapporto tra madri e figlie. E ritroviamo anche l’irresistibile malia della sua petite musique, di quello stile incantatorio che unisce l’estrema raffinatezza alla massima naturalezza: come scrisse un critico, «se l’autrice raggiunge questa poesia di cenere e d’oro, ciò avviene quasi di sfuggita, involontariamente, per caso».

Titolo: Pietroburgo
Autore:
Andrej Belyj
Editore: Adelphi
Pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 22,00 €
  


Pietroburgo, 1905. La città è sconvolta dalla tempesta sociale, si moltiplicano i comizi, gli scioperi, gli attentati. Il giovane Nikolaj Apollonovič, che si è incautamente legato a un gruppo rivoluzionario, entra in contatto con Dudkin, nevrotico terrorista nietzscheano, il quale gli affida una minuscola bomba. E il provocatore Lippančenko, doppiogiochista al servizio della polizia zarista e al contempo dei rivoluzionari, gli rivela qual è il suo compito: dovrà far saltare in aria il senatore Apollon Apollonovič, abietto campione dell’assurdità burocratica. Suo padre. È intorno a questo rovente nucleo narrativo che si snodano le vicende surreali e grottesche di Pietroburgo, unanimemente considerato il capolavoro romanzesco del simbolismo russo. Dove la vera protagonista è tuttavia la «Palmira del Nord»: una Pietroburgo maestosa e geome­trica solo all’apparenza, edificata su un labile terreno palustre i cui miasmi sgretolano le possenti architetture, le cui brume sfaldano e decompongono ogni comparsa che striscia lungo i vicoli fiocamente illuminati, tra bettole ammuffite e palazzi scrostati. I sommovimenti di inizio secolo, preludio di future tragedie, l’ululato del vento che si incanala lungo le gole del libro, il demoniaco colore giallo dei comizi gremiti di una folla in trance: ogni cosa è in preda a una malefica possessione, che Belyj filtra attraverso la lanterna magica delle immagini. Quello che Pietroburgo adombra è un gioco cerebrale che, pur dialogando con il presente, discende dalla contaminazione della grande letteratura ottocentesca – Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj –, tappe di quel lungo parricidio in cui per Belyj consiste la storia dell’intelli­gencija russa. Non stupisce dunque che Vladimir Nabokov lo collocasse tra i più grandi romanzieri del Novecento insieme a Kafka, Joyce e Proust.

Titolo: Sono il fratello di XX
Autore:
Fleur Jaeggy
Editore: Adelphi
Pagine: 129
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 15,00 €
 


A un certo punto di questi racconti si parla di una «calma violenta» – e subito si riconosce il timbro e il passo di una scrittrice per cui l’ossimoro è come l’aria che respira, quasi un segno di riconoscimento, fin dal titolo del suo romanzo più famoso, I beati anni del castigo. Del quale Iosif Brodskij scrisse: «Durata della lettura: circa quattro ore. Durata del ricordo, come per l’au­trice, il resto della vita». Non diverso l’ef­fetto di queste storie, talvolta di una brevità lancinante, talvolta dense come un romanzo. Mescolando all’estro fantastico frammenti di ricordi e apparizioni, amalgamati in uno stile dove domina quello che gli etologi chiamano Übersprung, «di­versione»: quello scarto laterale, apparentemente fuori contesto, che è un segreto ancora insondato del comportamento. E, come si mostra qui, della letteratura.

Titolo: L'amore in un clima freddo
Autore:
Nancy Mitford
Editore: Adelphi
Pagine: 280
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 12,00 €
   


«... le sei sorelle Mitford divennero una leggenda tuttora venerata non solo in Gran Bretagna, per le loro vite sconvenienti, o politicamente riprovevoli, o per aver lasciato lettere, memorie, romanzi, di squisita intelligenza ... Tutta la famiglia estesa, con cugini e zii e cognati e suoceri e vicini, tutti nobilissimi, con casseforti piene di gioielli e non una sterlina da spendere per il riscaldamento, entra camuffata e affettuosamente vilipesa anche in L'amore in un clima freddo, dove a raccontare in prima persona gli incalzanti eventi della sconnessa famiglia Montdore è la debuttante Fanny».

Titolo: La lanterna magica di Molotov. Viaggio nella storia della Russia
Autore:
Rachel Polonsky
Editore: Adelphi
Pagine: 434
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 28,00 €
 


Gli scrittori russi vissuti negli anni della rivoluzione d'Ottobre – ma anche molti loro padri nobili, da Puškin a Dostoevskij – hanno in comune il privilegio, cui potendo avrebbero forse rinunciato, di aver vissuto vite febbrili, appassionanti e tragiche quanto i libri in cui spesso le hanno raccontate. Per ricostruirle, Rachel Polonsky ha viaggiato da Mosca al Volga alla Siberia, portando virtualmente con sé il curioso strumento esposto nello studio di uno dei personaggi più foschi dell'èra staliniana, Molotov: una lanterna magica. E così ecco sfilare davanti ai nostri occhi, in un meraviglioso montaggio di storie che credevamo perdute, tutti gli eroi della generazione più feroce con i suoi poeti, dalla Cvetaeva alla Achmatova, da Babel' a Pasternak a Mandel'štam. E, accanto a loro, vicende, luoghi e personaggi più oscuri, ma altrettanto stupefacenti: i sogni, le mogli e i privilegi della nomenklatura sovietica; le degenerazioni scientifiche indotte da un totalitarismo che pretendeva di aver scoperto le leggi della storia; le vite sanguinarie degli atamani cosacchi. Le immagini proiettate dalla Lanterna magica di Molotov sono le tappe di un viaggio che attraversa il tempo oltre che lo spazio: dalle libertà medioevali dell'antica Novgorod, alle segrete della Lu­bjanka, fino al tragico e al grottesco dell’è­ra Putin, con i suoi giornalisti uccisi, i processi agli oppositori, il revival del tradizionalismo ortodosso e le suggestioni neopagane su cui fondare una pretesa missione universale della Russia, contrapposta al «tramonto del­l'Occidente».

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