Recensioni: Gravity (2013); Corpi da reato (2013); Il cacciatore di donne (2013)

La dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) è alla sua prima missione spaziale, mentre l'astronauta Matt Kowalsky (George Clooney) all'ultima prima della pensione. Entrambi stanno lavorando alla riparazione di una stazione orbitante quando, all'improvviso, vengono travolti da una tempesta di detriti. La stazione viene completamente distrutta e la dottoressa Stone finisce a vagare nello spazio infinito, prima di essere recuperata dallo stesso Kowalsky. Tuttavia senza ossigeno e con poco carburante, isolati dalle comunicazioni, dovranno trovare il modo di sopravvivere e di tornare sulla Terra. Ci riusciranno? Questo dovete scoprirlo da soli.

Se l'utilizzo del 3D ha mai avuto un senso nella produzione cinematografica, Gravity rappresenta senza dubbio la sua manifestazione più alta.

Infatti guardare un film come questo significa prima di tutto vivere un'esperienza audiovisiva di altissimo livello; la computer grafica riesce nell'intento di trasformare una storia semplice, essenziale, e volendo anche un po' banale, in un'avventura coinvolgente, adrenalinica, avvincente, entusiasmante, ma anche inquietante, angosciante e a tratti claustrofobica. Un risultato eccezionale considerando che i protagonisti sono solo due e l'ambientazione unica: lo spazio aperto! Tuttavia il successo del film non dipende solo dalla bravura del regista, Alfonso Cuarón, ma anche dall'intensa prova attoriale di George Clooney e, soprattutto, di Sandra Bullock, il cui personaggio è chiamato ad affrontare una doppia battaglia: quella fisica per la sopravvivenza e quella interiore per superare il vuoto emotivo legato alla perdita del figlio. Un film potente che merita ampiamente il prezzo del biglietto. Da non perdere!

Sarah Ashburn (Sandra Bullock) è una delle migliori agenti dell'FBI. Per ottenere la promozione tanto attesa, Sarah è costretta a recarsi a Boston per catturare un pericoloso trafficante che uccide le sue vittime senza pietà. Qui tuttavia sarà costretta a collaborare con il detective Shannon Mullins (Melissa McCarthy), donna sboccata dai modi poco ortodossi. Tuttavia ben presto le due donne saranno costrette a superare le differenze caratteriali ed unire le proprie forze per combattere un pericoloso cartello criminale, che proverà ad eliminare anche loro...

Dopo aver visto Sandra Bullock in Gravity non è semplice giudicarla, durante la stessa settimana, nell'interpretazione di un personaggio completamente differente. Qui la troviamo nei panni di un agente dell'FBI, impeccabile nei modi come nell'abbigliamento, che si ritrova a lavorare in coppia con un vulcano, interpretato dalla prosperosa Melissa McCarthy. Il film dunque propone la classica contrapposizione caratteriale, oltreché fisica, dei due protagonisti, accomunati però dalla capacità di saper fare il proprio lavoro come pochi. E proprio dal loro incontro-scontro nascono le scene più divertenti del film, che per il resto propone una storia trita e ritrita, tanto banale quanto prevedibile. Un action movie senza pretese, che può risultare anche divertente se si è pronti a sorbirsi una valanga di volgarità, spesso completamente gratuite.

Alaska, 13 giugno 1983. Una giovane prostituta, Cindy Paulson (Vanessa Hudgens), viene trovata ammanettata e in preda al terrore in una stanza d'albergo. La donna denuncia di essere stata rapita e violentata da Robert Hansen (John Cusack), affabile padre di famiglia, che tuttavia ha un alibi di ferro. Nel frattempo il sergente Jack Halcombe (Nicolas Cage), vicino al trasferimento, viene chiamato ad indagare sul ritrovamento di alcuni cadaveri lungo il Knik River. Jack capisce subito che si tratta dello stesso uomo, cheidentifica in Robert Hansen. Ma dimostrarlo non sarà facile e la sua unica testimone, Cindy, finisce per diventare il principale bersaglio...

Il cacciatore di donne è ispirato alla storia vera del serial killer Robert Hansen, che terrorizzò l'Alaska, rapendo, violentando e infine uccidendo una ventina di donne. Si tratta di un thriller intenso ed appassionante, che riesce a coinvolgere lo spettatore nonostante la prevedibilità dell'epilogo. Il merito principale è del regista neozelandese Scott Walker, che al suo primo lungometraggio riesce ad imprimere un ritmo adeguato alla narrazione. Inoltre la fredda Alaska e la convincente interpretazione degli attori protagonisti, Nicolas Cage su tutti, contribuiscono a rendere la visione piacevole. Sullo sfondo della trama principale, agghiacciante considerando la sua veridicità, anche una storia di degrado fisico e morale, di cui viene giustamente colpevolizzata una società sorda a qualsiasi istanza di aiuto. Un thriller interessante, consigliato a tutti gli appassionati del genere!

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