Recensione: L'ISOLA DEI MONACI SENZA NOME di Marcello Simoni

Titolo: L'isola dei monaci senza nome
Autore:
Marcello Simoni  
 
Editore: Newton Compton
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2013 
Prezzo copertina: 9,90 €

 

1 luglio 1544. L'armata del corsaro ottomano Khayr al-Dīn Barbarossa pone sotto assedio le coste dell'isola d'Elba. L'obiettivo è trovare il giovane Cristiano d'Hercole, cresciuto sotto la protezione del principe di Piombino Jacopo V Appiani, per convincere il padre del ragazzo, Sinan il Giudeo, a rivelare il nascondiglio del Rex Deus, una reliquia in grado di minare le basi della cristianità. Un oggetto che vuole lo stesso Appiani, in combutta con la Loggia dei Nascosti, di cui fa parte il temibile inquisitore Saverio Patrizi. Per questo rifugiatosi nella rocca del Volterraio, Cristiano viene sottoposto a tortura per ordine dell'Appiani, intenzionato a scoprire il suo segreto.

Castello del Volterraio (Isola d'Elba)
Ma il giovane, ignaro della situazione, verrà messo a conoscenza della verità solo successivamente dal padre, Sinan, che muore nel tentativo di liberarlo. Così Cristiano, dopo aver rinnegato la propria fede, sarà costretto ad iniziare un pericoloso gioco, destreggiandosi fra le brame del Barbarossa, gli intrighi di corte e le battaglie navali, per trovare il Rex Deus, vendicare la morte del padre e liberare la ragazza di cui è innamorato, Isabel de Vega, figlia dell'ambasciatore dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, rapita dallo spietato corsaro Nizzam

L'isola dei monaci senza nome è il primo romanzo che leggo di Marcello Simoni, vincitore del Premio Bancarella con Il mercante di libri maledetti. Si tratta di un romanzo storico accattivante capace di suscitare l'interesse del lettore, grazie soprattutto alle numerose sottotrame che coinvolgono i vari personaggi, alcuni realmente esistiti (come Jacopo V Appiani, Elena Salviati, Sinan il Giudeo, Barbarossa, Leone Strozzi) e altri frutto della fantasia dell'autore.

Khayr al-Dīn Barbarossa
Ma se le sottotrame all'inizio rappresentano un punto di forza per il romanzo, alla lunga diventano il suo principale limite. Simoni infatti mette tanta carne sul fuoco da poter scrivere una storia di mille pagine e invece decide di fermarsi a quota 323, interrompendo bruscamente gli eventi con un finale troppo frettoloso, che ignora completamente il destino di buona parte dei personaggi coinvolti. Un epilogo che lascia l'amaro in bocca e conferisce alla storia un senso di incompiutezza. Un vero peccato considerando che il romanzo ti prende sin dall'inizio e ti tiene col fiato sospeso, ricordando per molti aspetti le storie di Emilio Salgari.

Detto questo L'isola dei monaci senza nome rappresenta comunque una lettura piacevole per gli amanti dell'avventura. Un romanzo leggero che si legge senza difficoltà, grazie ad uno stile semplice e lineare, scorrevole, con un'ambientazione storico-geografica suggestiva e una serie di personaggi realistici che riescono a suscitare simpatia e antipatia a seconda dei casi.

L'AUTORE
Marcello Simoni è nato a Comacchio nel 1975. Ex archeologo, laureato in Lettere, lavora come bibliotecario. Ha pubblicato diversi saggi storici; con Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, ha superato le 500.000 copie, ha vinto il 60° Premio Bancarella, è stato selezionato al Premio Fiesole 2012 ed è stato finalista al Premio Emilio Salgari 2012. I diritti di traduzione sono stati acquistati in diciotto Paesi. Con la Newton Compton ha pubblicato anche La biblioteca perduta dell’alchimista, secondo capitolo della trilogia del famoso Mercante, I sotterranei della cattedrale e L'isola dei monaci senza nome. Rex Deus Saga, vendendo oltre 100.000 copie.

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