Recensione: LA PROFEZIA DEL CREPUSCOLO di Dmitry Glukhovsky

Titolo: La Profezia del Crepuscolo
Autore: 
Dmitry Glukhovsky
Editore: Multiplayer.it
Anno di pubblicazione: 2013 
Prezzo copertina: 15,00 €


Recensione a cura di Beatrice Pagan

La profezia del crepuscolo di Dmitry Glukhovsky è un libro molto originale e intrigante, che inizia quasi come un romanzo storico a cui si aggiungono successivamente elementi fantasy, horror e persino filosofici. Dmitry Alekseevich è un traduttore a corto di soldi che accetta di occuparsi di alcune misteriose pagine antiche risalenti al XVI secolo, tratte dal diario di un religioso inviato nelle foreste nella remota provincia del Mani per ordine del francescano Diego De Landa.

Dmitry si sente irrimediabilmente attratto dal racconto, che lo spinge ad approfondire i misteri e la cultura dei Maya, mentre intorno a lui iniziano ad accadere eventi straordinari e incomprensibili; persone scomparse, sogni premonitori, presenze sovrannaturali e fenomeni naturali al limite dell'apocalittico superano i confini delle pagine e raggiungono le strade di Mosca in un progressivo crescendo pauroso.

Lo scrittore russo, già autore del bestseller Metro 2033, costruisce bene l'atmosfera fin dalle prime pagine in cui si intrecciano la narrazione del viaggio, avvenuto innumerevoli anni prima nel territorio dei Maya, e i primi inquietanti segnali di quanto sta per accadere nella vita del protagonista. L'evoluzione degli eventi misteriosi e la capacità di confondere le idee del lettore, che viene immerso nei pensieri e nei sogni di Dmitry, sostengono bene l'intera struttura del romanzo, che soffre invece un po' nel finale a causa di un intreccio molto ambizioso. Misteriose malattie, presenze notturne che seminano morte, edifici che compaiono nel cuore di Mosca, poliziotti che indagano rimanendo all'oscuro della natura di chi sta compiendo crimini atroci e tanti altri piccoli dettagli regalano intensità e spessore al racconto, che può contare anche su un'evidente preparazione e studio delle tematiche.

La prosa più arcaica e un po' artefatta del diario non rallenta il ritmo della storia ben ideata da Glukhovsky, che ha equilibrato le due dimensioni narrative con bravura, proponendo in entrambe la giusta dose di misteri e segnali di un'apocalisse forse imminente e inevitabile. Sfruttando il fascino di una delle civiltà più interessanti della storia, l'autore propone un romanzo originale e fuori dagli schemi, che sembra già adatto a trasformarsi in un film, e arricchito da ottime illustrazioni che accompagnano ogni passaggio. 


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