L'angioletto (Georges Simenon) e altre novità Adelphi in libreria da agosto

Titolo: L'angioletto
Autore:
Georges Simenon
Editore: Adelphi
Pagine: 197
Anno di pubblicazione: 2013 
Prezzo copertina: 10,00 €


Anche quando sarebbe diventato un pittore famoso, un’autentica leggenda, Louis Cuchas sarebbe rimasto il bambino dal­l'oc­chio limpido e svagato che sembrava non guardare niente e invece «guardava molta gente e molte cose, ma non quelle che ci si aspettava lo interessassero»; il bambino che non reagiva alle aggressioni degli altri e a cui avevano affibbiato il soprannome di «an­gio­letto». Era stato così sin da piccolissimo, negli anni in cui dor­miva su un pagliericcio uguale a quello che spettava a ciascuno dei cinque fratelli (ciascuno, peraltro, di un padre diverso), in una sordida stanza di rue Mouf­fetard.
Anche la notte in cui aveva visto il fratello maggiore, poco più che undicenne, alzarsi la camicia e dire ad Alice, che di anni ne aveva solo nove: «Fam­melo!... E sta’ attenta con i denti», Louis non ne era stato né turbato né tanto meno sorpreso; così come non lo turbavano il fatto che la madre andasse in giro seminuda, né gli uomini che si portava a casa ogni sera, né le malattie, né la fame, né lo squallore della loro esistenza. Anzi, tutto lo incuriosiva e lo affascinava, e tutto lui as­sorbiva e immagazzinava – i tram, la verruca sulla guancia di una donna grassa, un quarto di bue ap­peso a un gancio, le espressioni delle facce per stra­da, i facchini delle Halles –, tutto quello che un gior­no sarebbe entrato nei suoi quadri in larghe pennellate di «colori puri»: come puri erano lo sguardo e l’anima di colui che se n’era ap­propriato.

Titolo: Un gomitolo di concause. Lettere a Pietro Citati (1957-1969)
Autore:
Carlo Emilio Gadda
Editore: Adelphi
Pagine: 239
Anno di pubblicazione: 2013 
Prezzo copertina: 14,00 €
  


Nel 1956, allorché diventa consulente di Livio Garzanti, il giovane Citati non può sospettare che gli verrà affidato un compito impossibile: occuparsi del più impervio, moroso, nevrotico, geniale scrittore del Novecento, Carlo Emilio Gadda. Rapidamente, Citati ne conquista la fiducia: e a questo miracoloso soda­li­zio dobbiamo libri come il Pasticciaccio, I viaggi la morte, Accoppiamenti giudiziosi. Ma alle funzioni di editor Citati ne ha ben presto aggiunte di ancor più de­li­cate: quelle di confidente, consigliere, amico e gaddista mili­tante – in altre parole, di intermediario fra l’Ingegnere e il mon­do. Ne è prova il lo­ro splendido carteggio, tutto da assaporare: rassicurato dalla dedizione e dal veemente impegno in suo favore di Citati, stimolato dalla vastità dei suoi interessi e dalla sua attività di critico, Gadda rompe gli argini, si abbandona a lettere ‘esorbitanti’ e ‘barocche’, di volta in volta ec­centrici saggi, nobili poèmes en prose, irresistibili bizze. Come quella, degna di Verso la Certosa, in cui rievoca per Citati la sua mania di architettare mentalmente «case e ville e castelli durante le lunghe camminate dell’infanzia e dell’adolescenza sugli stradali prealpini, nelle ore d’una fuggente serenità». O quella, strepitosa, in cui sfoga la sua rabbia contro Moravia e la Morante, colpevoli di averlo «sfiancato, rintronato e vilipeso», durante una cena a Trastevere, con la loro «cornacchiante erogazione di teoremi storiografici» – ossia con le accuse mosse alle borghesie. Si capirà allora come mai Citati abbia scritto che in ogni momento della vita di Gadda sembravano convergere «il passato ... il presente, il futuro, la realtà, il sogno, il tragico, il comico, la colpa, il rimorso, l’immaginazione, il gioco, la follia...».

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