Recensione: IL PICCOLO CAMPO di Erskine Caldwell

Titolo: Il piccolo campo
Autore: Erskine Caldwell
Editore: Fazi
Pagine: 247
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo copertina: 17,50 €

 
Recensione a cura di Beatrice Pagan

Erskine Caldwell non lascia spazio alla speranza nel suo intenso romanzo breve Il piccolo campo, in cui racconta la caduta inarrestabile di una povera famiglia della Georgia in lotta con la società e le proprie debolezze.
Il patriarca Ty Ty guida i Walden alla disperata ricerca dell'oro sui terreni della loro proprietà, ormai non più coltivata, per perseguire un obiettivo irreale. La notizia della presenza nelle vicinanze di un albino, considerato in grado di trovare i filoni quasi per magia, spinge Ty Ty a coinvolgere anche la figlia Rosamund e suo marito Will che vivono a Scottsville, città in cui gli abitanti sono in lotta con i proprietari della fabbrica in cui lavorano.

Immagine tratta dall'omonimo film del 1958
Il carattere ribelle della giovane Darling Jill, corteggiata dall'aspirante sceriffo Pluto, la gelosia di Buck nei confronti della bellissima moglie Griselda, e l'allontanamento di Jim che si è sposato con una facoltosa ragazza di città, danno vita a una serie di eventi che prenderanno la forma di una tragedia. Con un ritmo incalzante e appassionante, lo scrittore guida il lettore tra le strade della Georgia, tra gli operai in lotta per i propri diritti e i ceti più abbienti che vivono riparati dalla durezza della vita nei campi e dall'incuria delle strade di periferia.
Erskine Caldwell equilibra alla perfezione realismo e simbolismo, puntando la sua attenzione su quel piccolo campo dedicato a Dio che Ty Ty non coltiva e continua a spostare, incapace di resistere alla febbre dell'oro, ma legato a una religiosità presente nella sua vita quotidiana, quasi come fosse un continuo promemoria dei propri peccati.

Immagine tratta dall'omonimo film del 1958
La bellezza di Griselda e la libertà sessuale di Darling Jill sono agli antipodi, ma due facce di un mondo femminile in evoluzione negli anni Trenta e Quaranta: da una parte il tentativo di mantenere una morale e rispettare i propri impegni coniugali, dall'altra la consapevolezza di poter sfruttare la propria avvenenza a proprio piacimento, pur rimanendo sempre insoddisfatta da passioni che bruciano in fretta. Non c'è spazio per i rimpianti o i lieto fine: i Walden lo sanno e vanno incontro al loro destino con una fierezza quasi poetica. Gli intermezzi più leggeri, affidati al personaggio di Pluto, si affievoliscono man mano per fare spazio a un tono più drammatico che raggiunge il suo apice nel monologo di un capofamiglia arreso di fronte all'inevitabilità degli eventi.

Immagine tratta dall'omonimo film del 1958
Tagliente e caustico, Il piccolo campo racconta un piccolo frammento di una società statunitense che ha più di un punto di contatto con il presente, facendo sorridere e riflettere. L'uso preponderante dei dialoghi, il susseguirsi di eventi e svolte narrative, le riflessioni e le critiche alla società rendono il romanzo di Caldwell un piccolo gioiello della letteratura americana, in grado di raccontare pregi e difetti di una società alle prese con il cambiamento.

L'AUTORE
Erskine Caldwell, nato nel 1903 in Georgia e morto in Arizona nel 1987, è uno degli scrittori più noti, discussi e ammirati d’America. Esordì nel 1939 con Il bastardo, le cui copie furono sequestrate dalle autorità. Nel 1933, dopo l’uscita de Il piccolo campo, fu perfino arrestato. I romanzi del “Ciclo del Sud” (La via del tabacco – riproposto da Fazi nel 2011 –, Il piccolo campo, Fermento di Luglio) furono scritti dall’autore in stato di estrema povertà; solo nell’ultimo periodo della sua vita ottenne i riconoscimenti che meritava. Nel 1984 fu eletto membro dell’American Academy of Arts and Letters.

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