Recensione: L'ultimo sopravvissuto (Sam Pivnik), Nudo tra i lupi (Bruno Apitz), Per questo ho vissuto (Sami Modiano)

L'Olocausto è considerato da molti, e non a torto, la più grande tragedia nella storia dell'umanità.
Una considerazione che non nasce esclusivamente dalla stima dei morti, ma soprattutto dalla testimonianza di chi ha vissuto in prima persona l'orrore dei campi di concentramento.
Tra di essi Sam Pivnik, Sami Modiano e Bruno Apitz, tra i pochi "fortunati" ad uscire vivi dai campi di sterminio nazisti, che hanno voluto raccontarci la loro esperienza attraverso le pagine di un libro.
Sam Pivnik nasce a Bedzin e la sua infanzia è destinata a finire all'età di tredici anni, quando i nazisti invadono la Polonia, portando con sé quel carico d'odio antisemita che poi condurrà alla "soluzione finale".
Sam dunque passa da una vita normale alla reclusione del ghetto, tra stenti e privazioni, prima della deportazione nel campo di Auschwitz-Birkenau, in cui perderanno la vita tutti i suoi famigliari. E' qui che verrà sottoposto, come tutti gli altri prigionieri, a quel processo di spersonalizzazione, alienazione e disumanizzazione, attraverso umiliazioni e continue violenze fisiche e morali.

Tuttavia Sam, grazie al caso e ad una straordinaria forza di volontà, riuscirà a sopravvivere alla crudeltà delle SS e dei Kapo, ai lavori forzati nella miniera Fürstengrube, alla “marcia della morte” nel rigido inverno polacco e, infine, al bombardamento alleato della nave Cap Arcona, dove i nazisti svolgevano esperimenti su donne e bambini.
Una storia incredibile quella di Sam Pivnik che ci induce a riflettere sull'orrore, trasmettendoci allo stesso tempo grande forza di volontà, e ci mostra come a volte la realtà, nella sua accezione più negativa, superi di gran lunga qualsiasi parvenza di fantasia.
 
Come incredibile risulta la storia di Sami Modiano, che all'età di soli 14 anni viene deportato nel campo di Auschwitz, dopo aver trascorso un'infanzia felice nell'isola delle rose, Rodi. E anche lui, come Sam Pivnik, grazie ad una grande forza di volontà, alla solidarietà di due "angeli" e alla fortuna, riuscirà a superare le atrocità del campo di concentramento.
"Uccidevano per qualsiasi motivo, anche per un niente. Più andavamo avanti, più la situazione era insopportabile. Sul lavoro sparavano a tutti quelli che mostravano segni di fatica: era una cosa tremenda, che non puoi cancellare dalla memoria. Molti, poverini, anche se ce la mettevano tutta, non evitavano un colpo alla nuca, di fronte a tutti. [...] I miei occhi hanno visto tutto questo".
Un tragedia che lo spingerà a ricostruirsi una vita in Africa, in particolare nel Congo Belga, dove farà fortuna nel commercio, prima di sposare Selma, una giovane ragazza conosciuta a Rodi. Una felicità tuttavia destinata ad interrompersi con l'arrivo della guerra, che constringerà Sami e Selma a ricominciare nuovamente da zero. 
L'esperienza di Sami Modiano, quindi, viene raccontata nella sua tragica semplicità in questo libro, che parte da una domanda, tanto banale quanto complessa: Perchè proprio io?
E sarà proprio il ritorno ad Auschwitz a fornirgli una risposta, racchiusa in questa preziosa testimonianza.

Bruno Apitz, invece, in Nudo tra i lupi, romanzo riproposto in versione integrale dalla Longanesi, racconta l'esperienza di alcuni membri del partito comunista, rinchiusi nel campo di concentramento di Buchenwald per le loro idee politiche, che misero a rischio tutta la loro organizzazione e la loro stessa vita per salvare la vita di un bambino polacco arrivato nel lager dentro una valigia.
Un gesto di grande umanità in un contesto, quello dell'Olocausto, dove la stessa parola "uomo" era priva di senso, come ci ricorda Primo Levi nel suo celebre libro Se questo è un uomo.
Ma quello che colpisce in questo romanzo, al di là della storia commovente del bambino, è proprio il ritratto nudo e crudo di una umanità variegata, posta di fronte all'umiliazione, alla sofferenza, al dramma, per le vittime, e alla sconfitta per i carnefici
Un romanzo crudo dove sentimenti come la pietà e la solidarietà si contrappongono alla violenza, all'odio e alla crudeltà, andando a descrivere, come detto, le infinite sfaccettature dell'animo umano.
E per questo leggere questo libro significa riscoprire il valore della compassione, presente anche nei periodi più bui della storia.

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