Recensione: SILENT HILL - REVELATION 3D (2012)

Heather Mason (Adelaide Clemens), costretta all'ennesimo trasferimento con il padre Christopher (Sean Bean), continua ad essere tormentata da incubi legati alla misteriosa città di Silent Hill.
Quando si appresta ad affrontare il primo giorno di scuola si accorge di essere seguita da un uomo, mentre continua ad essere tormentata da visioni diaboliche. Lo stesso uomo che si presenterà all'uscita costringendo Heather a chiedere aiuto al padre.
Ma quando quest'ultimo non arriva all'appuntamento, Heather è costretta a parlare con l'uomo, prima che lo stesso venga ucciso, acquisendo informazioni sconcertanti circa la propria identità e il rapporto con la città di Silent Hill.
E quando finalmente riesce a tornare a casa, accompagnata dall'affascinante compagno di scuola Vincent (Kit Harington), scopre che il padre è stato rapito e che l'unico modo per ritrovarlo è andare a Silent Hill.
Un viaggio necessario per ritrovare il padre e capire cosa si nasconde dietro quelle misteriose visioni.
Ma riuscirà a sopravvivere nella città fantasma? Questo dovete scoprirlo da soli.


Ispirato al terzo capitolo dell'omonima serie di videogiochi survival horror creati dalla Konami, Silent Hill Revelation 3D riesce a ritagliarsi una propria identità pur rimanendo fedele alla matrice videoludica.
Il punto di forza della pellicola, infatti, è rappresentato dalla capacità dei produttori di creare un mondo a parte, quello di Silent Hill appunto, dove gli incubi peggiori trovano la loro materializzazione.
Si gioca sulle paure dell'uomo e non a caso nel film ogni persona è tormentata da un incubo diverso (un pò come nella vita reale dove ognuno è tormentato dalla propria fobia).
L'orrore quindi fa parte del subconscio della persona stessa che lo vive e per questo risulta impossibile fuggirvi (sarebbe come fuggire da se stessi).


Silent Hill quindi genera un universo visivo interessante e suggestivo, ispirato vagamento alla visione infernale di Dante, che rapisce lo spettatore e chiama in causa i suoi sentimenti e le sue percezioni.
Naturalmente questo da un punto di vista tecnico è possibile grazie alle splendide scenografie ideate da Alicia Keywan e alla fotografia curata da Maxime Alexandre, che realizzano un mondo tetro, decadente, spaventoso, a tratti claustrofobico.
Una visione poi resa ancora più suggestiva dal 3D che fa entrare i mostri direttamente nelle mente dello spettatore.


Se quindi l'estetica del film risulta curate e affascinante, la trama al contrario appare debole e la recitazione dei protagonisti eccessivamente stereotipata. Un problema questo che accomuna tanti film tratti dai videogiochi, dove si presta grande attenzione alla cura dell'involucro tralasciando la scrittura.
E anche se la storia induce a qualche riflessione sul concetto di bene e di male, il tutto appare fin troppo semplificato e privo di sfumature (di cui, al contrario, la realtà è ricca).

Un film quindi che merita di essere visto principalmente per la potenza estetica e che mi sento di consigliare ai fans del videogioco e agli amanti del genere horror.

USCITA CINEMA: 31/10/2012
GENERE: Horror
REGIA: Michael J. Bassett
ATTORI: Adelaide Clemens, Kit Harington, Sean Bean, Carrie-Anne Moss, Malcolm McDowell, Radha Mitchell, Deborah Kara Unger
FOTOGRAFIA: Maxime Alexandre
PRODUZIONE: Davis-Films, Sony Pictures, Sony
DISTRIBUZIONE: Moviemax
PAESE: Francia, USA 2012
FORMATO: Colore 3D

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