Recensione: MONSIEUR LAZHAR (2011)

In una scuola elementare di Montreal, dopo il suicidio in classe della maestra, la preside decide di sostituirla con Bachir Lazhar (Mohamed Fellag), un misterioso maestro algerino presentantosi spontaneamente.
Con l'inizio delle lezioni Lazhar scopre di non essere particolarmente aggiornato sulla didattica, ma soprattutto che i bambini faticano ad affrontare e risolvere il trauma causato dall'improvvisa morte della maestra. 
Una situazione che costringerà lo stesso maestro a confrontarsi con il proprio passato, fatto di lacrime e dolore, e con un futuro incerto, a causa della battaglia legale per ottenere lo status di rifugiato politico.

Monsieur Lazhar, candidato agli Oscar 2012 come miglior film straniero, attraverso una storia semplice e lineare riesce a tratteggiare un ritratto potente, commovente, ironico, della realtà scolastica attuale.


Partendo dalla rielaborazione del lutto di un gruppo di giovani discenti, dopo la tragica scomparsa della loro maestra, il film sviluppa una riflessione interessante sul rapporto tra la vita e la morte e sul ruolo della scuola nel processo educativo e formativo, fuggendo la banalità di situazioni retoriche, moralistiche o eccessivamente lacrimevoli.
Una riflessione che passa attaverso la figura di Lazhar, un immigrato che si trova catapultato in una realtà scolastica differente non solo da punto di vista didattico, ma anche relazionale e comunicativo; l'impossibilità di dare uno scappelloto o un abbraccio, a causa del divieto di toccare gli alunni, o il dovere di limitarsi a far acquisire nozioni contenutistiche ignorando il proprio ruolo di educatore (come sottolineato anche dai genitori di una bambina durante un colloquio), sono solo alcune delle peculiarità di una figura, quello del maestro, che nel corso degli anni ha perso forza e credibilità.
Un cambiamento epocale dovuto principalmente alla trasformazione della realtà familiare in cui i genitori, sempre più assenti, si sono schierati completamente ed erroneamente dalla parte dei figli contro la scuola, pensando di poter sopperire alla frustrazione e alla solitudine dei propri bambini, paradossale per chi vive immerso in una società mediale, con il consenso totale e la rivendicazione del proprio ruolo educativo.


Lazhar invece, contro il volere della Preside, vittima delle pressioni dei genitori, deciderà di aiutare i ragazzi a superare un trauma che genera paure, angosce, sensi di colpa, insegnando loro, e in fondo a se stesso, che non bisogna fuggire dalla morte ma affrontarla, anche quando questo comporta un percorso doloroso. 
Il maestro quindi si erge al ruolo di psicologo e comunicatore, evidenziando ancora una volta come insegnare non significa solo far acquisire nozioni, ma instaurare un rapporto con l'altro, una relazione comunicativa intima e profonda. 
Ed è proprio la relazione tra il maestro e gli alunni la forza di questo film, garbato e delicato, che guarda al passato con un pizzico di nostalgia e qualche rimpianto.


Philippe Falardeau, senza grandi budget a disposizione, realizza un film intelligente, sincero, che appassiona e far riflettere. Il cast è affiatato e la recitazione risulta espressiva, a partire da quella dei bambini, coinvolgente e ricca di pathos. Inoltre la scenografia naturale e l'essenzialità della sceneggiatura contribuiscono a dare al film una connotazione fortemente neorealistica, avvicinando Falardeau ai grandi registi del passato. Da non perdere!

USCITA CINEMA: 31/08/2012
GENERE: Drammatico
REGIA: Philippe Falardeau
SCENEGGIATURA: Philippe Falardeau
ATTORI: Mohamed Fellag, Sophie Nélisse, Émilien Néron, Brigitte Poupart, Danielle Proulx, Louis Champagne, Francine Ruel, Jules Philip, Sophie Sanscartier, Seddik Benslimane
FOTOGRAFIA: Ronald Plante
MONTAGGIO: Stéphane Lafleur
MUSICHE: Martin Léon
DISTRIBUZIONE: Officine UBU
PAESE: Canada 2011
DURATA: 94 Min
FORMATO: Colore 

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