Recensione: THE WAY BACK (2010)

USCITA CINEMA: 06/07/2012
GENERE: Drammatico, Storico
REGIA: Peter Weir
SCENEGGIATURA: Peter Weir
ATTORI: Colin Farrell, Mark Strong, Saoirse Ronan, Ed Harris, Jim Sturgess, Dejan Angelov, Dragos Bucur, Sally Edwards, Igor Gnezdilov, Mariy Grigorov, Irinei Konstantinov, Meglena Karalambova, Alexandru Potocean, Sebastian Urzendowsky
FOTOGRAFIA: Russell Boyd
MONTAGGIO: Lee Smith
MUSICHE: Burkhard von Dallwitz
PRODUZIONE: Crispy Films, National Geographic Films, On the Road, Point Blank Productions, Scott Rudin Productions, Spitfire Pictures
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: USA 2010
DURATA: 133 Min
FORMATO: Colore

RECENSIONE

Nel settembre del 1939 la Polonia è divisa tra tedeschi e russi.
Janusz (Jim Sturgess), polacco, viene ingiustamente accusato di spionaggio, dopo la confessione forzata della moglie, e spedito dai russi in un gulag siberiano. Una volta giunto sul posto, rendendosi conto di non poter durare a lungo, decide di fuggire insieme ad altri sei prigionieri.

Così ha inizio un lunghissimo viaggio, a cui si unirà anche Irena (Saoirse Ronan), una ragazza polacca in fuga da un orfanotrofio, dalla Siberia verso l'India, attraverso boschi, montagne e deserti.
Un sfida estrema che porterà gli uomini a dover sopportare il freddo, il caldo, la fame, la sete e la stanchezza, spinti esclusivamente dal desiderio di raggiungere la libertà.

The Way Back, diretto da Peter Weir (L'attimo fuggente, The Truman Show, Master & Commander, ecc.), è tratto dal libro di Slavomir Rawicz intitolato "Tra noi e la libertà".
La prima cosa da sottolineare è che mentre i film sull'olocausto e sui campi di contentramento nazisti abbondano, pochissimi sono quelli dedicati all'esperienza dei prigionieri dei gulag russi. E anche se la pellicola mostra la vita nei campi solo nella prima mezz'ora, tanto basta per capire le condizioni disumane dei prigionieri costretti a patire la fame e il freddo, ammassati come bestie, prima di morire in qualche miniera.

Nella seconda parte, invece, quella dedicata alla fuga, l'aspetto più interessante è senza dubbio lo straordinario coraggio e la forza di volontà di uomini disposti a tutto pur di guadagnare la libertà. Un esempio di come nella vita tutto sia possibile, anche nelle situazioni più estreme.
Un viaggio straordinario che suscita sentimenti contrastanti nello spettatore (gioia e dolore, incertezza e speranza, solitudine e solidarietà); rapito dalle bellezze naturali (dai boschi siberiani al deserto del Gobi, fino alle montagne tibetane) e allo stesso tempo consapevole della drammaticità della situazione.

Un film che "parla" soprattutto attraverso gli sguardi provati dei protagonisti, i silenzi e le sonorità della natura, grazie ad una fotografia splendida e alla buona direzione di Weir, bravo a sfruttare a dovere un cast di tutto rispetto (da Jim Sturgess a Colin Farrell, passando per Mark Strong, Ed Harris e Saoirse Ronan).

Un film intenso, che si sviluppa con un ritmo non certo elevato ma che regala grandi emozioni e fa riflettere. Da vedere!

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