Recensione: CHERNOBYL DIARIES (2012)

USCITA CINEMA: 20/06/2012
GENERE: Horror, Thriller
REGIA: Bradley Parker
SCENEGGIATURA: Oren Peli
ATTORI: Ingrid Bolsø Berdal, Dimitri Diatchenko, Olivia Dudley, Jesse McCartney, Devin Kelley, Nathan Phillips, Jonathan Sadowski
FOTOGRAFIA: Morten Søborg
MUSICHE: Diego Stocco
PRODUZIONE: FilmNation Entertainment
DISTRIBUZIONE: M2 Pictures
PAESE: USA 2012
DURATA: 86 Min
FORMATO: Colore 

RECENSIONE

Chris (Jesse McCartney), insieme alla ragazza Natalie (Olivia Dudley) e all'amica Amanda (Devin Kelley), decide di fare un viaggio in Europa per andare a trovare il fratello sciupafemmine Paul (Jonathan Sadowski), che vive a Kiev.
Per far divertire gli amici, Paul decide di affidarsi a Uri (Dimitri Diatchenko), una guida che organizza tour estremi. Per questo, insieme ad altri due turisti, Zoe (Ingrid Bolsø Berdal) e Michael (Nathan Phillips), si recano a Prypiat, una città fantasma abbandonata subito dopo l'esplosione del reattore di Chernobyl.
Un viaggio che, in breve tempo, si trasformerà in un vero e proprio percorso dell'orrore.

Chernobyl diaries si base su una storia già vista e rivista in centinai di film di genere, con l'unica variante dell'ambientazione (uno dei pochi aspetti positivi): la città spettrale di Prypiat.
Un film che punta molto sulla frenesia, tanto che le parole più frequenti sono "corri", "andiamo" e "non ti fermare"! E tra l'altro è singolare notare come si dica sempre "andiamo", ma non si sappia mai dove!
Una lunga corsa, dicevo, che se da una parte contribuisce a creare suspense e tensione, dall'altra genera confusione e ripetitività.

Un film che, inoltre, rinuncia completamente allo splatter e, in generale, a mostrare le scene più violenti e scabrose. Una caratteristica questa che potrebbe non piacere agli amanti dell'horror puro.

Per il resto la recitazione non incide molto sulla storia, anche perchè gli attori parlano poco e corrono tanto!

Un film, quindi, non particolarmente riuscito e che si può tranquillamente evitare se non si ama incondizionatamente il genere.

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