Recensione: ATTACK THE BLOCK - INVASIONE ALIENA (2012)

Moses (John Boyega) e i suoi amici vivono in un quartiere malfamato di Londra dove gli unici valori sono le armi, il fumo, la droga e la violenza. Per questo, già da ragazzini, si divertono a commettere piccoli furti in strada. Una delle loro vittime è Sam, un'infermiera tirocinante, che viene derubata mentre sta tornando a casa. Tuttavia il furto viene interrotto da un evento strano: la caduta dal cielo di un animale sconosciuto con denti affilati. E mentre Sam riesce a scappare, Moses e gli altri decidono di inseguire l'animale per ucciderlo. Una volta compiuta la missione decidono di portare il corpo senza vita all'interno del blocco, il loro quartiere, per nasconderlo in attesa di poterci fare dei soldi. Sam intanto si rivolge alla polizia per denunciare l'accaduto.


Quando dal cielo iniziano a cadere altri animali, Moses e i suoi amici, incuranti del pericolo, decidono di scendere in strada per dargli una bella lezione, salvo poi scoprire che si tratta di essere più grandi, neri, pelosi e tanto arrabbiati. Costretti alla fuga, i ragazzi si imbattono nella polizia e Moses viene arrestato, prima che i due agenti vengano aggrediti e sbranati dagli strani essere alieni. A questo punto, per salvarsi, i ragazzi decidono di rifugiarsi nella loro fortezza, il blocco, dove daranno vita alla loro personale battaglia. Ma riusciranno a sconfiggere i mostri? Questo dovete scoprirlo da soli.

Attack the block è un teen horror diretto da Joe Cornish, bravo a sfruttare il budget ridotto in modo intelligente. Cornish, infatti, punta molto sull'ironia e sulla dimensione sociale della storia, tanto che l'invasione diventa un semplice espediente narrativo per comprendere i meccanismi sociali e di difesa del "blocco"; uno spazio fisico dove la "legge della strada" e la comunanza di valori creano legami forti, indissolubili. Uno spaccato contrastante della peggio periferia londinese, violenta e solidale allo stesso tempo. Un film che, dunque, ha il suo punto di forza proprio nelle riflessioni sociali che trascina con sè, soprattutto nel suo tentativo di "giustificare" certi comportamenti e abitudini, esaltando, in qualche modo, la fratellanza del blocco e colpevolizzando le istituzioni.

Un film veloce, scandito a ritmo di hip hop, dove si ride e si riflette, senza però provare brividi veri, di fronte a esseri tanto brutti quanto poco "paurosi". E proprio la costruzione delle scene d'azione, nonostante lo splatter, risulta tutt'altro che impeccabile, facendo emergere i limiti di budget del film. A cui vanno aggiunti alcuni passaggi narrativi non proprio logici (tipo la polizia che aspetta fuori dal blocco mentre dentro esplodono petardi, colpi di pistola e altro ancora; oppure il fatto che nel blocco, oltre ai protagonisti e agli alieni, non c'è anima viva, mentre sappiamo che ci sono i genitori dei ragazzi). Insomma tante piccole contraddizioni che rendono la storia meno credibile e lasciano qualche perplessità di troppo nello spettatore.

Detto questo, il film è comunque recitato abbastanza bene e adatto ad un pubblico di ragazzi (dai 18 in giu), mentre non credo che verrà apprezzato dagli adulti che amano il genere.

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