Recensione: VENEZIA, PASSIONE E POTERE di Riccardo Calimani

Titolo: Venezia, passione e potere
Autore: Riccardo Calimani
Editore: Mondadori
Pagine: 307
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo copertina: 9,50 €

Marco Barbarigo è un uomo fortunato: non pago dell'amore della dolce cugina Flaminia Corner s'intrattiene in giochi sempre più arditi anche con Bianca Mocenigo e con la sua servetta Mariella. Ma se Marco abbandonasse per un istante i suoi giochi d'amore scorgerebbe grosse nubi all'orizzonte della laguna: l'ombra sempre più lunga della potenza ottomana inizia a inquietare tutte le potenze cristiane del Mediterraneo. Così, quando Venezia si decide a unirsi alla Lega Santa e ad armare la propria flotta, Marco si rivela troppo ambizioso per dare ascolto all'ammonizione del vecchio Giuseppe Loredan: "Le strade che portano al potere sono irte e malfide. Qualche volta è meglio guardare da lontano", troppo curioso della vita per rifiutare di imbarcarsi su una delle galee che si disporranno lungo un fronte di quattro miglia al largo della città di Lepanto, e saranno protagoniste di una battaglia terribile e grandiosa. Scampato per miracolo alla carneficina, giunto a Istanbul riuscirà a salvarsi solo grazie alle misteriose lettere fitte di caratteri ebraici che a Venezia gli sono state affidate da Ester Conegliano. A Venezia, prima che Marco sia riuscito a rientrare, Bianca, Flaminia e Mariella partoriscono ciascuna un figlio e cercano un matrimonio riparatore; una pestilenza decima gli abitanti della città, il Palazzo Ducale brucia mentre nella notte sfolgora una misteriosa cometa, gli ebrei del ghetto sono in pericolo e Giordano Bruno viene consegnato all'Inquisizione romana...

RECENSIONE
Riccardo Calimani, nato a Venezia, oltre ad essere uno scrittore, è uno storico, soprattutto dell'ebraismo italiano ed europeo, con la pubblicazione di titoli quali  Storia dei marrani a Venezia, Storia del ghetto di Venezia, Capitali europee dell'ebraismo, Storia del pregiudizio contro gli ebrei, ecc.
E' necessario sottolineare questo aspetto per capire come anche in questo romanzo, lo storico prevale sullo scrittore. Infatti la storia di questo romanzo, in effetti, non esiste, o meglio viene utilizzata come pretesto per raccontare la Storia più generale degli ultimi 30 anni del XIV secolo a Venezia, dalla battaglia di Lepanto alla Guerra dell'Interdetto, passando per la peste, l'incendio del Palazzo Ducale, il rogo di Giordano Bruno. 
In tal senso, appare evidente, non si può parlare di un vero e proprio romanzo, ma di un saggio-romanzato, che indaga, in modo dettagliato, soprattutto il rapporto e le divergenze tra la classe dirigente della Repubblica e, in generale, i rapporti di potere tra le potenze del '500 (in particolare il difficile rapporto tra Venezia e il Papato).
Una delle cose più interessanti del libro è sicuramente la meticolosa descrizione della battaglia di Lepanto, a cui lo scrittore dedica molte pagine, divise per capitoli, per mostrare le difficoltà della formazione di una Lega Santa e capire, dopo, perchè la grande vittoria si sia trasformata in una parziale sconfitta per la cristianità.
Il problema, dunque, è che se il libro suscita qualche interesse come saggio "leggero", non riesce a suscitarla come romanzo, dato che la storia del protagonista, Marco, non prende mai il sopravvento e non cattura l'attenzione del lettore. Tra l'altro per capire molti passaggi storici sono necessarie, a mio avviso, delle competenze storiografiche precise, altrimenti c'è il rischio di perdersi o annoiarsi.

Alla luce di queste considerazioni è un libro che mi sento di consigliare a chi vuole saperne di più della politica veneziana nel periodo indicato, mentre è da evitare per chi cerca un romanzo storico e ama le decrizioni di luoghi, personaggi, cose, per immergersi nell'atomosfera del tempo (in questo caso del tutto assenti).

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