Recensione: ROMANZO DI UNA STRAGE (2012)

USCITA CINEMA: 30/03/2012
GENERE: Drammatico
REGIA: Marco Tullio Giordana
SCENEGGIATURA: Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Marco Tullio Giordana
ATTORI: Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Fabrizio Gifuni, Laura Chiatti, Luigi Lo Cascio, Michela Cescon, Giorgio Colangeli, Giorgio Tirabassi
FOTOGRAFIA: Roberto Forza
MONTAGGIO: Francesca Calvelli
PRODUZIONE: Cattleya in collaborazione con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Italia 2012
FORMATO: Colore

TRAMA
Milano, 12 Dicembre 1969. Alle ore 16.37 in piazza Fontana un'esplosione devasta la Banca Nazionale dell'Agricoltura, ancora piena di clienti. Muoiono diciassette persone e altre ottantotto rimangono gravemente ferite. Nello stesso momento, scoppiano a Roma altre tre bombe, un altro ordigno viene trovato inesploso a Milano. E' evidente che si tratta di un piano eversivo. La Questura di Milano è convinta della pista anarchica, ci vorranno molti mesi prima che la verità venga a galla rivelando una cospirazione che lega ambienti neonazisti veneti a settori deviati dei servizi segreti. La strage di Piazza Fontana inaugura la lunga stagione di attentati e violenze degli anni di piombo.Nel corso di 33 anni vari processi si susseguono nelle più varie sedi, concludendosi con sentenze che si smentiscono a vicenda. Alla fine tutti risulteranno assolti, la strage di piazza Fontana per la giustizia italiana non ha colpevoli.

RECENSIONE
Marco Tullio Giordana con Romanzo di una strage cerca di fornire la risposta ad un mistero, perchè tale bisogna definirlo, dato che tutti gli imputati sono stati assolti, che ha segnato la storia recente del nostro Paese. Si tratta della strage di piazza Fontanta, costata la vita a diciassette persone, avvenuta nel 1969, in un clima di grande tensione, alimentato dall'estremismo di destra e di sinistra.

Prima di tutto bisogna sottolineare la rilevanza storica e sociale di questo film, che affronta uno dei momenti più importanti e delicati della vita del nostro Paese. Dunque, anche solo per questo, il film merita di essere visto.
Entrando più nello specifico, bisogna sottolineare che la chiave di lettura di Giordana è interessante per due motivi:  il primo è che non si abbandona a toni lacrimevoli cercando di sfruttare l'emotività dello spettatore, ma rimare sempre lucida e concentrata nell'analisi della vicenda; il secondo è che Giordano riesce ad appassionare anche chi, come il sottoscritto, è nato ben oltre gli anni '70, e dunque lontano dal clima e dalle tematiche del tempo.
Se invece l'attenzione si focalizza solo sui contenuti, qualcuno sicuramente storcerà il naso, ritenendo il film di parte o poco preciso. Tuttavia io credo che questo film, a prescindere da tutto, abbia il grande merito di non cadere nella retorica e di fornire una propria chiave di lettura, senza individuare diavoli o santi, colpevoli o innocenti, cercando di attenersi a documenti, fatti, ricerche, più o meno discutibili, ma mai esposte a senso unico (il finale, in tal senso, è abbastanza simbolico). Tra l'altro andando ad analizzare il comportamento ambiguo dello Stato, incapaci di intervenire, da una parte e dall'altra, e certamente non esente da colpe.

Per il resto, come già detto, il film è appassionante e gli attori sono tutti molti bravi, con un Favino davvero superlativo. Per questo io non solo lo consiglio a tutti, ma ritengo che andrebbe proiettato anche nelle scuole.

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