Recensione: MAGNIFICA PRESENZA (2012)

USCITA CINEMA: 16/03/2012
GENERE: Commedia, Drammatico
REGIA: Ferzan Ozpetek
SCENEGGIATURA: Federica Pontremoli
ATTORI: Elio Germano, Margherita Buy, Paola Minaccioni, Giuseppe Fiorello, Vittoria Puccini, Andrea Bosca, Alessandro Roja, Claudia Potenza, Gea Martire, Monica Nappo, Bianca Nappi, Platinette, Massimiliano Gallo, Anna Proclemer, Cem Yilmaz, Ambrogio Maestri, Matteo Savino, Giorgio Marchesi, Gianluca Gori, Eleonora Bolla
FOTOGRAFIA: Maurizio Calvesi
MONTAGGIO: Walter Fasano
MUSICHE: Pasquale Catalano
PRODUZIONE: Fandango e Faros Film con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Italia 2012
DURATA: 105 Min
FORMATO: Colore

TRAMA
Magnifica presenza vede protagonista Pietro, 28 anni, che arriva a Roma dalla Sicilia con un unico grande sogno, fare l'attore. Tra un provino e l'altro sbarca il lunario sfornando cornetti tutte le notti. E' un ragazzo timido, solitario e l'unica confusionaria compagnia è quella della cugina Maria, apprendista avvocato dalla vita sentimentale troppo piena.Dividono provvisoriamente lo stesso appartamento legati da un rapporto di amore e odio in una quotidianità che fa scintille. Ma arriva il giorno in cui Pietro trova, finalmente, una casa tutta per sé, un appartamento d'epoca, dotato di un fascino molto particolare e Pietro non vede l'ora di cominciare la sua nuova esistenza da uomo libero. La felicità dura solo pochi giorni: presto cominciano ad apparire particolari inquietanti. E' chiaro che qualcun altro vive insieme a lui. Ma chi?

RECENSIONE
Se per voi cinema significa sogno, fantasia, curiosità, immaginazione, allora questo film farà sicuramente al caso vostro.
Ferzan Ozpetek con Magnifica presenza trascina lo spettatore in un mondo in bilico tra realtà e sogno, dove i confini sono dettati dalla fantasia stessa di chi guarda.
Una storia di fantasmi, teatro, solitudine, bisogno d'amore, come quello del protagonista, incapace di trovare il compagno giusto, quello in grado di farlo sentire speciale e libero di poter esprimere il proprio essere.
Si perchè la dimensione dell'omosessualità in questo film, come nelle Fate Ignoranti, non è casuale, ma strettamente connessa alla difficoltà di rapportarsi con gli altri, quindi alla solitudine.
Uno stato d'animo che porterà il protagonista, Pietro, ad accettare persino la compagnia di alcuni fantasmi, in realtà una compagnia di attori morti durante la guerra e "intrappolati" in quell'appartamento, per aiutarli a capire, finalmente, il perchè.
Un film dolce, delicato, dai ritmi blandi, ma comunque in grado di mantenera desta l'attenzione dello spettatore fino alla fine, anche grazie ad una recitazione fortemente espressiva, quasi teatrale. In particolare mi preme sottolineare la grandissima prova di Elio Germano, nel difficile ruolo di Pietro, capace di esprimere al meglio il bisogno d'amore del protagonista, pur tra emozioni e sentimenti fortemente contrastanti.

A mio avviso è un film da vedere, anche se sono consapevole che non è adatto a tutti, soprattutto chi non ama i ritmi più compassati.

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