Titolo: Il ladro della Bibbia
Autore: Göran Tunström
Editore: Iperborea
Pagine: 448
Anno di pubblicazione: 2006
Prezzo copertina: 18,00 €
Editore: Iperborea
Pagine: 448
Anno di pubblicazione: 2006
Prezzo copertina: 18,00 €
Può la conoscenza essere uno strumento di riscatto, una via per liberarsi dal dolore? Johan, cresciuto nella povertà e nella violenza, è convinto di sì, e in un senso molto letterale: per arricchirsi e realizzare il suo sogno d’amore con la cugina Hedvig, la strada che gli appare più facile è quella di impadronirsi della “Bibbia gotica” conservata nella Biblioteca di Uppsala, il celebre Codex Argenteus, uno dei libri più antichi e preziosi del mondo. Per aver accesso a questo tesoro, Johan deve però diventare un esperto mondiale di gotico e conquistarsi la fiducia del mondo accademico e dei bibliotecari. Ha così inizio la storia bizzarra di un piano criminoso che diventa passione intellettuale, una passione divorante che travolge anche l’amore tenero e malinconico che tutto aveva messo in moto. Con la ricchezza creativa e la partecipazione umana che sono le cifre della sua arte, Tunström, scavando nelle regioni selvagge dell’anima per farne emergere “quel che dentro di noi è capace di volare”, costruisce il suo straordinario universo di personaggi votati ai precipizi e alla grandezza, intessendo un arazzo narrativo complesso e sorprendente. A partire dalla cittadina svedese di Sunne, ritratta sulle soglie del boom economico degli anni Cinquanta, il racconto risale al mondo enigmatico e perduto dell’Italia gotica, tra V e VI secolo, dove Johan, grazie a un manoscritto fortunosamente trafugato, trova un alter ego in Wiljarith, lo scriba di Teodorico il Grande. E nello specchio di questo fratello del passato, riconosce la domanda che segna la sua esistenza: si può perdere se stessi e la propria umanità per raggiungere l’obiettivo di una vita?
RECENSIONE
La trama di questo bellissimo libro è ampiamente spiegata
nella sinossi che precede questa recensione.
In fondo il tutto si potrebbe raccontare come la storia di un’ossessione,
quella di trovare un riscatto sociale, una vita lontana dalla violenza, dalla povertà,
dalla tristezza e dal dolore, attraverso un'altra ossessione: la conoscenza. E
proprio la fonte della conoscenza è identificata, da Johan e dalla cugina (di cui è profondamente innamorato),
nella Bibbia gotica, il libro da rubare. E l’unico modo per rubarla è quello di
diventare dei grandissimi studiosi dell’argomento. Tuttavia quello che doveva
essere un fine, la conoscenza, diventerà lo scopo stesso dell’esistenza di Johan, facendogli dimenticare anche l'amore, mentre condurrà la
cugina alla pazzia personale.
Un libro
profondo, da assaporare con la mente libera e pronta ad immergersi in una
struttura narrativa articolata su più piani. Un libro fortemente introspettivo,
con una visione della vita fondamentalmente pessimista, anche se, soprattutto
nel finale, sembra scorgersi qualche spiraglio di luce.
L’ambientazione è Sunne, cittadina natale
dell’autore, con
annessi silenzi, suoni ovattati, meditazioni su una vita triste come l’anima dei personaggi che abitano questo
romanzo, descritti molto bene dall’autore.
La narrazione
non è molto fluida e anche abbastanza articolata, del resto questo non è un romanzo
facile (non solo da leggere, ma proprio da digerire).
Proprio per
questo, a mio avviso, non è un libro adatto a tutti. Consigliato a chi cerca
una storia profonda, riflessiva, intimista, ed è abituato ad una narrazione più
lenta.
L'AUTORE
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