Recensione: GOLDEN BOOT di Paolo Nelli

Titolo: Golden boot
Autore: Paolo Nelli
Editore: Fazi
ISBN: 978-8864115276
Pagine: 260
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 16,00 €

Golden Boot, sperduto villaggio di cercatori d’oro e mandriani: una carcassa che pare decomporsi nell’arsura del deserto. A riscuoterlo dal suo torpore, spunta un giorno il reverendo Ralph, con la balzana idea di coinvolgere l’intero villaggio nell’allestimento di Medea. E di colpo, la tragedia rappresentata sul palco pare farsi specchio della realtà: il marito di Angela, chiamata a interpretare il personaggio di Medea, è stato infatti assassinato dal suo socio Dalton, che ne ha subito preso il posto sul letto accanto alla vedova. Tutto avviene innanzi agli occhi del quattordicenne Chuck, che già avrebbe l’età per impugnare la pistola e vendicare il padre, ma preferisce isolarsi nella bellezza dei libri e della poesia, e imparare a cucire stivali seguendo gli insegnamenti del vecchio Bill. In questo romanzo a tinte western dove il mito classico di Medea si incrocia con quello shakespeariano di Amleto, Chuck rifiuterà un destino già segnato, e se ne andrà senza sparare un colpo. Forse leggerà ancora i sonetti di Keats; forse continuerà a fabbricare stivali ben fatti, ordinati, puliti, che potranno lasciare un’impronta diversa in un mondo che ben fatto, ordinato e pulito non lo è quasi mai.  

RECENSIONE
Prima di aver letto questo libro, personalmente, non conoscevo Paolo Nelli.
La prima cosa che colpisce di questo titolo, senza dubbio, è la trama, che fonde perfettamente l’ambientazione western con la tragedia greca, individuando temi comuni quali: tradimento, giustizia, amore, vendetta, bellezza.

Il libro narra la storia di Chuck, un ragazzino di 15 anni che vive a Golden Boot, un paesino di frontiera dove si pensa esclusivamente a due cose: mangiare e portare a casa la pelle. Una realtà non certo facile per chi, come Chuck, ama leggere ed è costretto a nascondere questa sua passione.
Una realtà, tuttavia, scossa dall’arrivo in paese di un reverendo che prova a coinvolgere la gente nell’allestimento di una tragedia, Medea, destinata a compiersi realmente nella vita di Chuck, al quale viene ucciso il padre. Questo avvenimento segnerà una svolta decisiva nella sua esistenza perché lo condurrà di fronte ad un bivio. Quale? Questo dovete scoprirlo da soli leggendo il libro.

Il libro è scritto veramente bene con un prosa scorrevole ma elegante; uno stile narrativo veloce, avvincente, appassionante. Tra l’altro ricco di citazioni tutte da scoprire.
La storia è originale e capace di catturare l’attenzione del lettore dall’inizio alla fine, senza cedimenti o cali di tensione. Ben riuscita anche l’ambientazione nel mondo dei cercatori d’oro, certamente frutto di ricerche, in cui l’aridità dei paesaggi si riflette perfettamente nella testa e nell’agire dei protagonisti.
Proprio i personaggi sono delineati bene e, a mio avviso, abbastanza riusciti; in particolare la singolare figura di Chuck, un ragazzino costretto a crescere in fretta, e non per questo disposto a rinunciare alla propria personalità.

Un romanzo di formazione, dunque, che sorprende e va oltre le attese. Un libro assolutamente da leggere. Consigliato!

L'AUTORE
Paolo Nelli vive e lavora a Londra, dove insegna lingua e cultura italiana al King’s College. Collabora con l’Italian Book Shop londinese per serate letterarie, in cui organizza frequenti conversazioni con autori. Ha esordito nel 1996 con Tributo alla maschera, racconto vincitore del Premio Pickwick, e ha poi pubblicato La fabbrica di paraurti (Derive/Approdi, 1999), Dialogo sull’amore? (Sironi, 2002), Mio marito Francesca (Sironi, 2004, finalista al Premio Chiara), Il naufragio della Querina (Nutrimenti, 2007).

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