Recensione: IL VOLTACARTE di Louis Sachar

Titolo: Il voltacarte
Autore: Louis Sachar
Editore: Piemme
ISBN: 978-88-566-1835-8
Pagine: 400
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 17,00 €

Alton Richards è rassegnato a passare un’estate noiosissima. La sua ragazza l’ha mollato per il suo migliore amico e sua madre, perennemente a caccia di denaro, lo costringe a scarrozzare in auto lo zio. Zio Lester infatti è vecchio, cieco, scorbutico e malato. Ma è anche molto ricco. Ecco perché la madre di Alton sospetta che tutti quelli che ruotano intorno a lui siano avidi manipolatori. Secondo i piani di mamma, quindi, Alton non dovrà limitarsi a guidare. Dovrà scoprire i piani dei potenziali rivali e ingraziarsi le simpatie dello scontroso parente. Alton, però, da cacciatore di eredità si trasformerà presto in fan dello zio Lester, complice il fascino del gioco del bridge e quello della precedente voltacarte, l’adorabile Toni... E mentre l’estate scorre, Alton si ritroverà a interrogarsi sul significato della vita. In primo luogo, della sua.  

RECENSIONE
La vita mi servirà molte mani, qualcuna buona, qualcuna non buona (forse sono già state distribuite), ma da ora in poi sarò io a voltare le mie carte.

Pensare di scrivere un libro sul gioco del bridge senza risultare noiosi, sembra davvero qualcosa di utopistico. Invece è quello che riesce a fare Louis Sacher, uno scrittore che sa bene come parlare ai ragazzi e come trasformare una trama apparentemente poco interessante, in un bellissimo romanzo di formazione.

Il libro narra la storia di Alton, un ragazzo diciassettene che non se la passa troppo bene: la sua ragazza l'ha appena lasciato per il suo migliore amico; ha una sorella decisamente più brillante di lui; la situazione economica della sua famiglia non è delle migliori. Proprio per questo, i suoi genitori sperano di mettere le mani sull'eredità, misteriosa, di Zio Lester. Quando quest'ultimo perde la vista e necessita di un voltacarte per le sue partite di bridge, Alton viene spedito dallo zio con la speranza di attirare le sue attenzione, naturalmente per ottenere dei benefici con l'eredità, e di controllare le eventuali intenzioni di altri parenti.
Alton, nell'estate che cambierà la sua vita, si ritroverà ben presto catapultato in un mondo nuovo, affascinante, quello del bridge, dove il gioco va oltre il tavolo ma diventa un vero e proprio stile di vita. 
E allo stesso tempo verrà a contatto con le persone da cui doveva guardarsi, in particolare con la bella e simpatica Toni, dal sorriso magnetico. Ma quando il suo migliore amico, Cliff, si dimostra interessato alla ragazza, sarà costretto a prendere in mano la sua vita e a giocarsi le sue carte.

Come detto, a parte i tecnicismi del bridge, per altro ben spiegati in una lunga e dettagliata appendice, quello che rende interessante questo romanzo è la storia di Alton, che poi è la storia di un qualsiasi adolescente, un pò impacciato, che si trova a vivere un momento di passaggio fondamentale nella propria vita. 
Dunque un percorso di formazione che si sviluppa, di pari passo, con l'esperienza ludica del bridge e come in un partita, ogni mossa può essere quella decisiva. 
Lo stile dell'autore è semplice, lineare, con una narrazione in prima persona che aiuta ancora di più il lettore ad entrare nella testa di questo stralunato adolescente, di capire le sue impressioni, le sue emozioni. I dialoghi sono veloci, brillanti, e il libro mantiene sempre un buon ritmo, senza risultare mai noioso.

In definitiva un romanzo piacevole, una bella storia di gioco, amore e amicizia, che mi sento di consigliare principalmente ai ragazzi, ma che può essere letto benissimo anche da adulti interessati ai romanzi di formazione.

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