Rubrica: L'INTERVISTA (ospite Salvatore Paci) #1


 Amici lettori, come promesso si parte con questa nuova rubrica.
L'ospite di oggi è uno scrittore italiano, stimato in patria e all'estero.
Sto parlando di Salvatore Paci, autore di: Biglietto di andata e ritorno; 2012; La collezionista; e il suo ultimo lavoro Il Codice Moncada.

Ciao Salvatore! Benvenuto nel blog e grazie di aver accettato l’invito! Ti va di presentarti ai lettori? Come nasce la passione per la scrittura?
Grazie per avermi invitato. Per me è sempre un piacere poter parlare di libri; a maggior ragione se sono i miei.
Sono un programmatore che da più di un ventennio lavora presso una pubblica amministrazione e che lo è sempre stato sin dalla nascita. Questa mia forma mentis mi ha permesso di semplificare ogni cosa della mia vita. È stupendo sapere che un grande problema può essere scomposto in tanti piccoli problemi. Detta così, sembra una cosa senza senso ma invece, applicata – per esempio – alla mia attività di scrittore può essere tradotta in “pianificazione della scrittura”. Infatti, non comincio mai un romanzo se non prima di aver messo nero su bianco la sua trama e i singoli passaggi. Virtù? No; necessità. A mio avviso, senza pianificazione non si riuscirà mai a scrivere un buon libro.
Ho cominciato la mia carriera di scrittore con “Biglietto di andata e ritorno”, un thriller presente alla Fiera del libro di Torino nel 2008 e al Salone del libro di Parigi nel 2009. Nel 2009, carico delle soddisfazioni ottenute con la mia opera prima ho pubblicato “2012”, un romanzo d’avventura che sin da subito ho portato negli Stati Uniti, in Spagna e in Ungheria.
Il 2011 ha segnato un ulteriore passo avanti nella mia carriera. A maggio -  al ritorno dalla Fiera del Libro di Torino, dove sono stato ospite di Rai2 nella trasmissione Caterpillar -  è uscito “La collezionista”, un thriller psicologico frutto dei miei studi atipici sulla psiche umana. Una scrittura diversa dalle precedenti; più essenziale, stringata, carica di tensione. Oltre che in Italia, è acquistabile anche in Inghilterra e in Svizzera (in lingua italiana).
Qualche mese dopo (novembre, per la precisione) è stato pubblicato “Il Codice Moncada”, il romanzo che completa la trilogia di Antonio La Mattina.

Parliamo del tuo ultimo romanzo, Il codice Moncada. Di cosa parla?
Si tratta di un romanzo particolare che finora ha affascinato migliaia di lettori perché si tratta di un thriller storico ma , allo stesso tempo, di un romanzo che permea la coscienza umana e che manda un segnale forte ad ogni lettore; un modo nuovo per interpretare la vita e il nostro rapporto con Madre Terra.

Come nasce il personaggio di Antonio La Mattina? C’è qualche riferimento autobiografico?
Antonio La Mattina è il protagonista dei miei romanzi pubblicati con Edizioni Lussografica. Si tratta di un eroe atipico che – addirittura – definirei un antieroe. Come tutti noi, ha le sue paure, le sue indecisioni e, soprattutto, la sua infinita curiosità; quella stessa che lo porterà a diventare – suo malgrado – un detective. Volendo fare un accostamento, Antonio è la mia bella copia; colui che, tra le pagine di un libro, svolge quelle attività interessanti e pericolose che tanto mi appassionano.

Ci parli un po’ anche degli altri romanzi?
“Biglietto di andata e ritorno” è un romanzo nel quale Antonio La Mattina deve distinguere il reale dal metafisico, la verità dalle bugie. Una storia che nasce con un incubo e che per metà si svolge nei cunicoli di Caltanissetta.
“2012” prende spunto dalla profezia relativa al fatidico 21/12/2012 ma non è il solito libro di avventura, né un testo alla “Indiana Jones” ma una storia velocissima che vede Antonio La Mattina alle prese con “il cattivo di turno”, ovvero con chi – per interessi personali – sta facendo di tutto per seminare panico in tutta la terra.
“La Collezionista” è un libro strano. La scrittura non è per niente quella de “Il codice Moncada”, ad esempio. È più stringata. I periodi sono molto brevi e il racconto è stato scritto in prima persona. Il lettore “legge i pensieri di Danny” e sa soltanto ciò che sa lui, e che vede istante per istante.

Caltanissetta, se vogliamo, è protagonista in quasi tutti i tuoi romanzi. Qual è il tuo rapporto con questa città? 

Caltanissetta è la mia città: bellissima, ricca di arte e di cultura, con un grande centro storico barocco circondato da quartieri moderni. È la città che mi ha dato lavoro, famiglia e ispirazione. Non potrei non amarla!
Caltanissetta ha una storia molto interessante. È stata per anni il centro della cultura siciliana. Tanto da essere stata definita “La piccola Atene”. Basta pensare a Pier Maria Rosso di San Secondo, a Michele Tripisciano, a Francesco Biangardi, a Leonardo Sciascia e a tanti altri personaggi illustri.

Che cosa vuol dire per te essere siciliano?
Credo che il carattere di ogni individuo sia influenzato dall’ambiente in cui vive. La Sicilia è una terra calda, piena di colori, circondata da un mare meraviglioso, piena di arte e cultura. E il sole siciliano? Chi non è mai stato in Sicilia non sa cos’è “una giornata di sole” o cos’è un “cielo terso”; ne ha soltanto un’idea.
Essere siciliano significa essere passionale, socievole, estremamente disponibile. Il siciliano è fiero, orgoglioso, forte. Non si fa mettere mai i piedi in faccia da nessuno ma diventa la persona più buona del mondo quando si tratta di aiutare qualcuno.

Sei uno scrittore stimato anche all’estero e i tuoi romanzi sono stati tradotti in diversi paesi. Che differenza c’è, da un punto di vista letterario, tra l’Italia e gli altri paesi? E in riferimento al mondo editoriale?
Nell’era della globalizzazione non c’è più quasi alcuna differenza tra un paese e un altro. Il discorso vale anche per il mondo dell’editoria. Il grande mangia il piccolo, e non farsi mangiare è estremamente difficile.

Qualche domanda da lettore. Qual è il tuo genere preferito? E il tuo scrittore preferito?
Leggo thriller e romanzi storici ma non disdegno gli altri generi, purché si tratti di libri ben scritti. I miei autori preferiti sono il Carlos Ruiz Zafón de “l’ombra del vento” e de “il gioco dell’angelo” (non amo i suoi primissimi libri per ragazzi propinatici oggi soltanto per un fattore di marketing), il Maxime Chattam della “trilogia del male” (non quello di oggi, versione fantasy), il primo Steve Berry, Dean Koontz.

Per il tuo stile ti sei ispirato a qualche scrittore in particolare?
No! Non mi sentirei Salvatore Paci. Credo di avere uno stile tutto mio, con tutto ciò che nel bene e nel male questo comporta.

Cosa pensi della Legge Levi? Favorevole o contrario?
Dico soltanto che rappresenta la morte dell’informazione.

Il tuo prossimo romanzo sarà Il castello della follia. Ci puoi anticipare qualcosa?
Si tratta di un altro psycho-thriller. È ambientato a Gulch Castle, un castello su una delle scogliere scozzesi. Pochi soggetti, molto mistero, molta adrenalina.

Quando è prevista l’uscita?
Al momento c’è soltanto una data presunta: aprile 2012. Ma non si tratta di una data definitiva in quanto ho da valutare diverse proposte da varie case editrici. Se dovessi scegliere un editore diverso da Melino Nerella (www.melinonerella.it) l’uscita slitterebbe a fine anno.

Salvatore grazie mille per avere accettato l’invito. E’ stato un piacere ed un onore ospitarti nel blog.
È stato un piacere. Buon lavoro a voi e buona lettura ai vostri utenti!


L'ULTIMO ROMANZO

Titolo: Il Codice Moncada
Autore: Salvatore Paci
Editore: Edizioni Lussografica
ISBN: 978-8862204477
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo copertina: 15,00 €

Nel 1860 Garibaldi espulse i Padri Gesuiti dalla Sicilia. Si dice che questi si portarono dietro i loro libri più preziosi. Ma andò davvero così? Oggi, Sileno cerca disperatamente un insieme di fogli rilegati, scritti alla fine dell’800 e battezzati “Il Codice Moncada”. Perché? E, se esiste, dov’è nascosto questo codice? Nella biblioteca sotterranea dei Padri Gesuiti o tra i cunicoli che attraversano il sottosuolo della città? Come faceva un bambino di otto anni vissuto nell’800 a conoscere il futuro? E cosa vuol dire “vibrare con Madre Terra”? Ne Il Codice Moncada il lettore respira due arie diverse: quella antica e affascinante di una terra travagliata dalla povertà e dal colera e quella dei giorni nostri, frenetica e ipertecnologica nella quale si muove Antonio La Mattina, determinato nel far luce su un passato che sembra anticipare il futuro. 

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L'AUTORE
Salvatore Paci vive a Caltanissetta. Scrittore dalla personalità poliedrica, comincia la sua carriera con Biglietto di andata e ritorno, un thriller presente alla Fiera del libro di Torino nel 2008 e al Salone del libro di Parigi nel 2009. Carico del successo della sua opera prima scrive 2012, un romanzo d’avventura che sin da subito approda negli Stati Uniti, in Spagna e in Ungheria.
Raggiunge la sua maturità artistica con La collezionista, un thriller psicologico frutto degli studi atipici dell’autore sulla psiche umana, pagine capaci di sovraccaricare il sistema nervoso del lettore. Questo romanzo è stato definito dalla casa cinematografica inglese Wo-ho!Film nel seguente modo: “un thriller psicologico accattivante, che fa scivolare il lettore in un mondo di ombre insidiose ed inquietanti, forse proprio quelle che vivono in noi e abbiamo paura di incontrare“. 
Il suo sito ufficiale è www.salvatorepaci.com

 
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