Recensione: UNA VITA NEL MISTERO (2010)

REGIA: Stefano Simone
SCENEGGIATURA: Emanuele Mattana con la consulenza di Gordiano Lupi
ATTORI: Tonino Pesante, Dina Valente, Francesco Granatiero, Don Antonio D'Amico, Lello Castriotta, Cosimo S. Del Nobile, Amilcare Renato, Grazia Orlando, Sabrina Caterino, Mattia Guerra, Anna Castigliego, Fabio Valente, Teresa La Scala.
FOTOGRAFIA: Stefano Simone
MONTAGGIO: Stefano Simone
MUSICHE: Luca Auriemma
PRODUZIONE: Matteo Simone
DISTRIBUZIONE: Jaws Entertainment
PAESE: Italia 2010
GENERE: Drammatico
DURATA: 86 Min
FORMATO: Colore

TRAMA
Un uomo vestito di nero, come in perenne lutto cammina sulla banchina del porto mentre il mare corre veloce. Una donna sotto le coperte legge pagine della Bibbia accettando il proprio destino. Una storia di amore, fede, solitudine e morte. Una casa ricolma di oggetti e quadri sacri, la tappezzeria che richiama gli anni 70, un'alcova dove i due protagonisti consumano quelli che sembrano i loro ultimi giorni insieme.

RECENSIONE
Dopo aver recensito "Unfacebook" di Stefano Simone, il suo secondo lungometraggio, ho visto anche il primo uscito nel 2010.
Nel film viene raccontata la storia di Angelo (Tonino Pesante), un fervente credente che, all'improvviso, inizia ad avere delle strane visioni. Tutto parte da una fotografia dove nel cielo il protagonista sembra scorgere il volto di padre Pio. La moglie è malata, ha un cancro in uno stato avanzato, e non gli resta molto tempo da vivere. L'uomo non vuole rassegnarsi e continua a pregare per ricevere una grazia. Intato gli episodi misteriosi continuano e incredibilmente la moglie riesce a guarire. Per Angelo non ci sono dubbi: si tratta di un miracolo. I tormenti sono finiti ma sarà destinato, per sempre, a vivere una vita nel mistero.

Partiamo dagli aspetti positivi del film. La storia è interessante anche se mi sembrava un soggetto più adatto ad essere sviluppato con un cortometraggio. In particolare il regista è bravo a raccontare il turbamento, l'inquietudine, la paura, l'incredulità, l'estasi di Angelo di fronte ad episodi che non riesce a spiegarsi, nonostante cerchi di capire, di interpretare segni che sfuggono la ragione della mente per avvicinarsi a quella del cuore. Da sottolineare anche una bella fotografia, la varietà delle inquadrature del regista, le ottime musiche di Luca Auriemma che provano a dare ritmo ad un film abbastanza lento.

Veniamo agli aspetti meno convincenti. Il film è lento, troppo lento, nonostante l'utilizzo (l'abuso) di una colonna sonora incalzante. Il problema deriva da una sceneggiatura abbastanza povera e poco curata (come detto, a mio avviso, il copione era più adatto per un cortometraggio).
La recitazione degli attori è mediocre e personalmente ho preferito la spontaneità di Dina Valente (anche se poco "professionale") a quella più costruita e poco credibile di Tonino Pesante. Il resto del cast viene chiamato poco in causa e non incide molto.
Il montaggio, come l'altro film, presenta qualche piccolo problema, particolarmente evidente durante i dialoghi (nello scambio di battute tra gli attori).

Dunque un'idea interessante che poteva essere sviluppata meglio. Del resto bisogna sempre tener presente il budget limitato e l'inesperienza del regista. Non a caso con il suo secondo lavoro, Unfacebook, già ha dimostrato di fare qualche passo avanti. 
Un processo di crescita interessante per un regista giovanissimo che merita fiducia.

LIBRI & CULTURA CONSIGLIA...