Recensione: SHAME (2011)

USCITA CINEMA: 13/01/2012
REGIA: Steve Mcqueen (II)
SCENEGGIATURA: Abi Morgan, Steve Mcqueen (II)
ATTORI: Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware, Elizabeth Masucci, Robert Montano, Lucy Walters, Mari-Ange Ramirez, Alex Manette
FOTOGRAFIA: Sean Bobbitt
MONTAGGIO: Joe Walker
MUSICHE: Harry Escott
PRODUZIONE: See-Saw Films, See Saw Films, Film4
DISTRIBUZIONE: BIM
PAESE: Gran Bretagna 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 101 Min
FORMATO: Colore
VISTO CENSURA: VM14
SITO: http://www.bimfilm.com/schede/shame/

TRAMA
Brandon è un uomo di circa trent'anni che vive a New York e che non è in grado di gestire la propria vita sessuale. Quando la ribelle sorella minore si trasferisce a vivere nel suo appartamento, gli equilibri del mondo di Brandon vanno fuori controllo.

RECENSIONE
Finalmente ho visto questo film. Ero molto curioso di vederlo dopo aver letto giudizi fortemente contrastanti da parte della critica. E ora capisco il motivo!
Ci troviamo di fronte al classico film che non è possibile giudicare carino, passabile; o lo ami o lo odi. Personalmente propendo per il primo partito e devo ammettere che il  film mi è piaciuto.
La prima cosa da dire è che la storia non esiste o per lo meno ha una rilevanza secondaria. L'obiettivo del regista è quello di raccontare una dipendenza viscerale, assoluta dal sesso; dal piacere sessuale.
Brandon (interpretato da un grandissimo Michael Fassbender) è affetto da anancasmo sessuale ovvero dell'incapacità di evitare di compiere determinate azioni o di pensare a determinati contenuti. In altre parole è affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo di tipo sessuale. Tutta la sua vita è scandita da pensieri ossessivi azioni particolari o rituali da eseguire che tentano di neutralizzare l'ossessione.
Quando la sorella problematica si manifesta, trasferendosi a casa sua, la sua vita viene sconvolta ed entra profondamente in crisi. L'incapacità di assecondare la propria ossessione lo porta a cercare altre strade, quelle della normalità, tuttavia senza esito (l'incapacità di fare l'amore con la ragazza verso cui mostra interese è emblematica).
La grande capacità del regista, a mio avviso, è quella di essere riuscito a raccontare, trasmettere, il dramma emotivo e psicologico di chi vive la sua vita in funziona di una precisa ossessione, del tutto incapace di dominarla e controllarla. Non è la mente a controllare il corpo ma il desiderio a controllare tutto il resto.
Il regista perfetto sia nelle inquadrature, quasi totalmente fisse, sia nella scelta di una colonna sonora esagerata, incalzante rispetto alla scena.
Il merito della riuscita del film è anche e soprattutto dell'attore, Michael Fassbender, straordinario nell'interpretazione di questo personaggio complesso e affascinante (l'unico, a memoria, in grado di rendere così bene un particolare disturbo ossessivo-compulsivo era stato Leo nel film The Aviator, nel ruolo di Howard Hughes, diretto dal grandissimo Martin Scorsese).
Ottima anche la prova di Carey Mulligan, nel ruolo della sorella, che sembra soffrire, oltreché di depressione, anche degli stessi disturbi ossessivi, ragione che porta a pensare ad un misterioso e difficile passato comune che il regista, tuttavia, lascia solo intuire.
Predominante nel film è la visione di immagini sessuali esplicite fortemente significative e direi sofisticate e fortemente espressive, piuttosto che volgari.
Anche sul finale vorrei dire qualcosa. Ho letto che per molti il film è incompiuto. Io non sono dello stesso avviso. Secondo me, invece, è perfetto perchè racchiude in una sola scena tutta l'essenza del film (tutti i pronfondi contrasti interni del protagonista). Anzi volendo esagerare potrei usare persino il termine "sublime".

Dunque a mio avviso è un film assolutamente da vedere, pur sapendo che non è da tutti (i puritani, ad es., devono tenersi alla larga) e che non tutti saranno in grado di comprenderlo fino in fondo.

Concludiamo con un piccolo gioco: chi è la protagonista di Shame ?!


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