Recensione: PINOCCHIO di Carlo Collodi

Titolo: Pinocchio
Autore: Carlo Collodi
Editore: Feltrinelli
Pagine: 281
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 8,00 €

Recensione a cura di Sonia

Tutti conosciamo la trama di “Pinocchio”. Molti avranno letto racconti riadattati dall’originale, parecchi avranno guardato le varie produzioni televisive  e cinematografiche, alcuni avranno visto il cartoon. Ma sono in pochi coloro che hanno letto il libro di Collodi. Solo attraverso la lettura è possibile carpire il grande genio innovativo dell’autore nel panorama editoriale di secondo ottocento e ciò è palesemente visibile sin dall’incipit: “C'era una volta.... — Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno.”

Se precedentemente a dominare la scena era il bambino “buono”, in questo periodo fa la sua comparsa la figura del “monello” che ne combina di tutti i colori, ma che si trasforma, di capitolo in capitolo, per sfociare nei sentimenti di bontà e giustizia, e per rinascere nei panni di un bambino in carne ed ossa. E pensare che la prima stesura del racconto proposta da Collodi dovesse finire con la morte del burattino! Nonostante il libro appartenga al filone della letteratura per l’infanzia, in alcuni passaggi si rivela piuttosto un libro per adulti. Leggendo il libro scoprirete che la “Fata dai capelli turchini” non è altro che una bambina morta abitante del bosco oscuro; che Pinocchio sarà impiccato ad un albero; che compariranno conigli neri trasportanti una bara; che il burattino rischierà di morire più volte. Scoprirete personaggi di cui non si sente parlare spesso in relazione a questo libro: essi sono personificazioni di animali come il pulcino, il merlo bianco, il falco, il corvo,  la civetta, il pappagallo, il serpente,  la lucciola, il granchio, la marmotta, la capra, ecc. Non pensavo che il capolavoro contenesse così tanti animali oltre a quelli più noti come il grillo, il gatto e la volpe, il pesce-cane, il tonno, i ciuchini, ecc.

Nonostante sia il racconto per ragazzi più conosciuto al mondo, diventa un piacere leggere tale capolavoro perché il burattino non è altro che l’incarnazione dell’infanzia di ogni tempo e luogo e, come scrisse Benedetto Croce "il legno in cui è intagliato Pinocchio è l’umanità".

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