Recensione: GENITORI E FIGLI di Emil Hakl

Titolo: Genitori e figli
Autore: Emil Hakl (traduzione di Laura Angeloni)
Editore: Atmosphere Libri
ISBN: 9788865640166
Pagine: 142
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo copertina: 14,00 €

Il padre è un settantenne, ex scienziato-biologo, un intellettuale classico nel senso migliore del termine. Il figlio è un quarantenne eternamente insoddisfatto della sua vita, vive con la ventiseienne Marta e, da circa un anno, ha scoperto di essere il padre di un ragazzo. Completati i suoi studi di linguistica e filosofia, è a casa in cassa integrazione. Il padre è cresciuto durante la seconda guerra mondiale in Croazia, dove i nazisti lo avevano quasi ucciso; il figlio aveva dieci anni quando i carri armati sovietici schiacciarono la Primavera di Praga del 1968: hanno entrambi vissuto qualcosa di simile all'inferno. Una volta al mese si incontrano per passeggiare e parlare. Il romanzo racconta alcune di queste passeggiate quando le loro chiacchierate diventano lo spunto per ricordare il passato, per riflettere sullo Stato e il destino del mondo, e per commentare storie di strada. Un susseguirsi di vicende a volte divertenti, a volte intime e profonde. Il tutto passeggiando tra i parchi o stando seduti in un pub davanti a un boccale di birra, raccontando barzellette e aneddoti.

RECENSIONE (a cura di Sonia)
Genitori e figli, romanzo di Emil Hakl, snoda la sua narrazione su una passeggiata circoscritta e delimitata dal parco Stromovka, una sorta di viaggio reale che permette di sbrogliare un gomitolo fatto di esistenze caotiche e lontane attraverso il potere della parola. La storia non è scandita solo dall'andamento dei passi di un padre e di un figlio in una solita cupa giornata praghese. I due protagonisti, percorrendo quel luogo una volta al mese, osservano oggetti e situazioni reali per dare vita a racconti che si differenziano sulla base di diversi vissuti esperienziali. Due generazioni così lontane s'incontrano su svariati temi: donne, razzismo, aerei da combattimento, ricordi d'infanzia; sarà proprio ai bivi di tali argomenti che emergerà la ricerca di un rapporto ossessivo tra i protagonisti: un rapporto ironico e confidenziale permeato, al tempo stesso, da idee divergenti ed orgogliose prese di posizione. 
In fondo, dietro questo crocevia di parole, che realizza una relazione interpersonale, c'è anche una complessa storia familiare caratterizzata da scelte difficili che hanno inevitabilmente condotto ad un rapporto così insolito seppur autentico. 

L'autore non descrive i personaggi, essi sembrano presentarsi da sé grazie allo scambio di battute che spiccano in un genuino discorso diretto; il lettore carpisce sentimenti, comprende caratteri e intuisce pensieri attraverso l'immediatezza delle parole pronunciate dai protagonisti. 
I dialoghi sono al limite tra conflitto e unione di un padre e di un figlio che, forse, assaporano la passeggiata come un banale rapporto familiare ma, con la consapevolezza, che potrebbe essere l'ultima occasione per viverlo. 

Consiglio il libro a chi vuole sorridere alla lettura di pungenti ed ironici scambi di battute ed, un attimo dopo, perdersi nella profondità dei racconti di singolari e malinconici stralci di vita.  Seppur il libro presenta un ritmo piuttosto lento, è sicuramente un'opera apprezzabile per chi ama fermarsi a riflettere sulla relazione tra un padre e un figlio fatta di attrazione e rifiuto, di coinvolgimento e distacco.
 

L'AUTORE
Nato a Praga nel 1958, Emil Hakl si è diplomato al Conservatorio Jaroslav Jezek, e ha vissuto inizialmente grazie a lavori manuali. Negli anni '90 ha lavorato come copywriter presso una agenzia pubblicitaria, fino a quando non ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Ha fatto parte del gruppo degli Illetterati Moderni, ha pubblicato poesie, due raccolte di racconti, tre romanzi.  Genitori e figli ha vinto il premio, come libro dell'anno, il Magnesia Litera nel 2003.

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