Recensione: Dove osano le aquile (1968)

Ieri sera ho visto questo vecchio film, uno dei più belli sul genere spionaggio/azione, tratto dall'omonimo romanzo di Alistair MacLean. La storia è ambientata durante la seconda guerra mondiale. Sette uomini vengono scelti per un'impresa impossibile: liberare il generale americano Carnaby, tenuto prigioniero nel castello delle aquile (una fortezza tedesca sulla alpi bavaresi), prima che sia convinto con la forza a parlare e, quindi, svelare i piani militari degli alleati. Data l'impossibilità di un attacco aereo o di una spedizione via terra, i sette uomini rappresentano l'ultima speranza. A capo delle operazioni viene posto il maggiore Smith (Richard Burton). Una volta giunti sul posto, però, uno degli uomini viene subito ucciso.
Apparentemente sembrerebbe un incidente ma in realtà il maggiore capisce che si tratta di un assassinio. Quindi tra loro c'è qualcuno che fa il doppio gioco. Intanto con l'aereo viene trasportata di nascosto anche una donna (Mary Ure), della cui presenza è a conoscenza solo il maggiore. Una volta giunti nei pressi del castello, i sei uomini rimasti procedono con il piano e si mimetizzano tra i soldati tedeschi portando le stesse uniformi. Poco dopo viene ucciso anche un altro di loro e il mistero di infittisce. Chi è il traditore? Questo vuole scoprire il maggiore Smith che si fida solo di uno degli uomini, il tenente americano Shaffer (Clint Eastwood), a cui confida il vero piano della missione. Il resto dovete scoprirlo da soli guardando il film.
La trama è abbastanza complessa e articolata e tutte le tessere del mosaico vanno a posto solo alla fine. Questo è sicuramente un aspetto positivo perchè rende il film più interessante e avvincente. Infatti i colpi di scena si susseguono incessanti dall'inizio alla fine. Il ritmo, nonostante le due ore e mezza di film, resta sempre elevato e quindi non c'è pericolo di annoiarsi. 
A livello tecnico va sottolineate la splendida fotografia e la colonna sonora che contribuisce a mantenere alta la tensione. La regia di Hutton è impeccabile e la prova degli attori è davvero di prim'ordine (Burton e Eastwood su tutti).
Le uniche pecche del film, a mio avviso, sono un finale abbastanza scontato e qualche "eccesso" di troppo che rende alcune scene poco credibili. 
Tuttavia se si accettano questi piccoli difetti il film è senza dubbio spettacolare e merita di essere visto almeno una volta nella vita. 
Consigliato.


REGIA: Brian G. Hutton
SCENEGGIATURA: Alistair MacLean
ATTORI: Richard Burton, Clint Eastwood, Mary Ure, Patrick Wymark, Michael Hordern, Robert Beatty, Anton Diffring, Peter Barkworth, Vincent Ball, Ferdy Mayne, Neil McCarthy, Derren Nesbitt, Ingrid Pitt, William Squire, Brook Williams, Donald Houston

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