Recensione: CAVALIERE DI GRAZIA di Franco Mimmi

Titolo: Cavaliere di Grazie
Autore: Franco Mimmi
Editore: Lampi di Stampa
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo copertina: 17,00 €

Cavaliere di Grazia, scritto da Franco Mimmi, è un romanzo storico che narra l'assedio di Rodi portato dalle truppe di Solimano il Magnifico. Il protagonista è Andrea di Monforte, un ex cavaliere dell'Ordine di San Giovanni espulso per essersi innamorato di una ragazza ebrea. Lontano dall'Ordine, Andrea diventa un uomo di fiducia di Ferdinando d'Aragona e viene inviato come diplomatico nelle varie corti. In questi viaggi Andrea entra in contatto con la nuova realtà rinascimentale e le idee che la contraddistinguono. Nonostante questo, il suo spirito cavalleresco è ancora forte e quando, spedito da Carlo V all'incoronazione di Solimano, scopre che il sultano vuole conquistare Rodi, decide di fuggire e tornare incontro al suo passato.
 
Sbarcato con grande difficoltà a Rodi, Andrea scopre che l'attacco è gia in corso. Intanto si trova a fare i conti con il passato, che invano aveva cercato di dimenticare, e si rende conto che in quel lembo di terra, ultimo baluardo della cristianità, tutto è rimasto uguale, lontano dal progresso e dai nuovi ideali. Andrea viene accolto con gioia dal Gran Maestro, Villiers de l'Isle Adam, e dagli altri cavalieri che non hanno dimenticato il suo valore e le sue grandi capacità. Quando decide di andare a trovare il padre della sua amata ebrea, scopre di avere una figlia di nome Lia, al quale decide di non rivelare la sua vera identità. Andrea in breve tempo si accorge che la ragazza ha attirato le attenzioni di un giovane cavaliere, Alfonso, che entrerà nelle sue grazie tanto da trattarlo come un figlio. Ma il viaggio di Andrea a Rodi non è solo un ritorno nel passato, in difesa delle sue origini; il cavaliere, infatti, vuole aiutare l'amico Copernico a dimostrare la veridicità della teoria eliocentrica, in quell'epoca dichiarata eretica. Per questo si metterà alla ricerca di un antico oggetto, il planetario di Archimede, che può aiutarlo a confutare la sua idea. Intanto la città è cinta con sempre maggiore assedio dai turchi e inesorabilmente scivola verso il proprio destino. Il finale del romanzo non voglio svelarvelo perchè altrimenti non avrebbe più senso leggerlo.

Via dei Cavalieri (Rodi)
Si tratta di un romanzo storico ben fatto, con una descrizione molto accurata dei luoghi e dei personaggi. Gli eventi sono fedeli alla realtà e la parte romanzata riguarda solo la storia di Andrea. Il ritmo non è molto elevato e gli esiti si conoscono fin da subito. Quello che colpisce è la capacità dello scrittore di descrivere l'intolleranza e l'arretratezza del "mondo" creato dai Cavalieri, ancorato agli ideali del passato (al desiderio di egemonia cristiana) e incapace di aprirsi al futuro. Come dice l'autore stesso descrivendo le sue intenzioni, il romanzo a tratti diventa un trattato sulla tolleranza e questo aspetto contribuisce a renderlo, al tempo stesso, interessante e un po' noioso. A livello stilistico devo ammettere che la scrittura ricercata risulta abbastanza piacevole, anche se a volte sarebbe stato meglio un linguaggio più scorrevole.

In definitiva si tratta di un buon romanzo che non consiglio a chi ama l'azione, ma a chi cerca una quadro preciso e dettagliato dell'epoca e a chi ama riflettere su un problema antico, ma di grande attualità, come quello dell'intolleranza. 

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